Di fronte alla crisi di Governo il Pd è chiamato ad affrontare, su un terreno accidentato e impervio, la scelta del male minore. Ecco le alternative: può schierarsi per le elezioni anticipate pretese con padana arroganza da Matteo Salvini, dandone per scontato un forte successo. Questo dicono concordi i sondaggi. Salvini rientrerebbe a Palazzo Chigi da Primo Ministro e per il PD si perpetuerebbe l’opposizione in Parlamento e nel Paese.

A ottobre si andrebbe a votare e sul futuro Governo Salvini sancito dalle urne, incomberà il compito di evitare l’aumento dell’IVA e di predisporre il DEF tenendo conto dei vincoli europei. Tutto ciò provocherebbe forti malumori in ampie fasce di cittadini elettori. Intanto il PD si consoliderebbe ritrovando consensi e credibilità. Chi in buona fede sostiene questo sottovaluta le capacità e la forte spregiudicatezza di Matteo Salvini, in grado di minacciare l’uscita dell’Italia dall’euro per ottenere concessioni da Bruxelles. La seconda strada per la scelta del male minore, prevede la formazione di un governo composto solo da tecnici che si farebbero carico dei problemi economici urgenti e delle scadenze europee e presenterebbe in Parlamento una modifica della legge elettorale esclusivamente proporzionale con un’adeguata soglia di sbarramento.

Le due posizioni che si confrontano nel PD sono state entrambe criticate. Si è detto e scritto che Zingaretti, con le elezioni anticipate mira a modificare la composizione dei gruppi parlamentari, nei quali attualmente prevalgono i renziani. In sostanza preferirebbe per prima cosa sconfiggere il nemico interno (Renzi) piuttosto che quello esterno (Salvini). A Renzi si imputa invece di voler dar vita ad un suo personale partito che segnerebbe l’ennesima scissione nella sinistra. Una “solfa” iniziata al congresso di Livorno del 1921 per la fondazione del Partito Comunista e proseguita con impressionante e negativa frequenza fino ai giorni nostri. Resta il problema: qual è il male minore? Un dato è certo: Salvini Presidente del Consiglio è un rischio per la democrazia italiana. Meglio non spianargli a strada per il ritorno da trionfatore a Palazzo Chigi.

CARLO LUNA