Personalmente non ritengo che si debba cadere dal pero, causa moto d’indignazione per la democrazia tradita, se i grillini saranno in grado di accordarsi financo col diavolo pur di prolungare il più a lungo possibile l’attuale legislatura. In questo senso, molto laicamente parlando, non c’è religione del cambiamento che tenga quando sono in ballo gli interessi personali.

Interessi i quali nel caso degli scappati di casa a 5 stelle li spingono a considerare, come si suol dire, che anch’essi tengono famiglia e che, conseguentemente, qualche altro annetto passato a raccontare frottole, seppur in una alleanza con i detestati “pidioti”, farebbe incassare loro una ulteriore sommetta da mettere in cascina. Ma altrettanto laicamente occorre aggiungere che il medesimo, assai prosaico ragionamento vale in maniera trasversale per tanti altri rappresentanti del popolo che occupano un seggio parlamentare, in particolare coloro i quali non hanno molte chance di essere rieletti.

Trattasi della eterna legge di sopravvivenza che, malgrado il fiume di propaganda e demagogia che da sempre accompagna l’arte della politica, continua a far sentire i suoi primordiali effetti su chi incassa stipendi che prima si sognava. Si tratta di una poderosa spinta propulsiva che, ad oltre tre anni dalla scadenza naturale della legislatura, risulta quasi irresistibile per numerosi deputati e senatori della Repubblica. Tanto irresistibile da far sostenere ai teorici di un Esecutivo di salvezza nazionale – delle poltrone - che la loro iniziativa si renderebbe necessaria per mettere in sicurezza i conti pubblici, disinnescando nel contempo il paventato aumento dell’Iva di oltre 23 miliardi di euro. Tutto questo con il classico atteggiamento di chi avrebbe già in tasca la formuletta magica onde realizzare una alchimia contabile che, allo stato attuale, non sembra affatto fattibile se non a prezzo di una classica e assai impopolare manovra lacrime e sangue.

D’altro canto un medesimo ragionamento vale anche per un eventuale Governo a trazione leghista che dovesse uscire da una elezione ottenuta in tempi rapidi. In realtà, come ho già avuto modo di scrivere su queste pagine, la stratificazione dei disastri di bilancio è tale che chiunque sarà chiamato a mettere mano ai conti, vista anche la difficile contingenza internazionale, si troverà comunque a dover adottare scelte piuttosto dolorose. In estrema sintesi, improbabili miracoli dell’ultima ora a parte, la condizione generale del Paese in cui si svolge l’ennesimo guazzabuglio del sistema politico è comunque piuttosto difficile, se non critica.

Pertanto perso per perso, direbbero i campioni del cambiamento a 5 stelle che tengono famiglia, tanto varrebbe rimescolare le carte con una nuova maggioranza, così da ottenere altri anni bellissimi da presentare al popolino ignorante. Anni bellissimi soprattutto per chi riuscirà a tenersi stretta la poltrona.

CLAUDIO ROMITI