Comincia oggi una settimana apparentemente decisiva per il Paese. Tra martedì 20 e giovedì 22 dovremmo sapere se abbiamo un governo vecchio o uno nuovo o seminuovo o quale altro destino ci aspetta. Un tempo si diceva: agosto, moglie mia non ti conosco, nel senso che i mariti, travolti dal solleone, andavano forse a caccia di avventure. Oggi, intronati dall’interminabile ciclone africano che sta arrostendo l’Italia, a caccia di avventure, non proprio romantiche, sembrano andare i politici: a cominciare dai due calamitosi Mattei nazionali, Salvini e Renzi. Ma ‘mbriacati di troppo sole sembrano anche altri politici minori, osservatori e giornalisti.

Seguendo giornali stampati e tv sto sentendo in questi giorni raffiche di ipotesi fantapolitiche e commenti farneticanti, molte, permettetemi, cazzate. Anche con la faccia o la firma di grandi nomi. Per il momento nessuna persona ragionevole può davvero sapere quel che ci aspetta. E data la stravaganza di questa assurda crisi, innescata a tradimento dal disk jokey della nostrana Papete beach, sarebbe meglio tacere e continuare ad attendere le mosse di ognuno. E soprattutto le decisioni del presidente della Repubblica tornato a Roma dalle sue brevi vacanze in Sardegna, come un padre saggio e premuroso. E invece no, si sente ogni ora di tutto e di più, mettendo in secondo piano anche il dramma degli immigranti bloccati da giorni e giorni in mare che forse almeno in parte la Spagna finirà con l’ospitare.

"Tanti nostri contemporanei - ha scritto Papa Francesco all’incontro annuale di "Comunione e Liberazione" - cadono sotto i colpi delle prove della vita, e si trovano soli e abbandonati. E spesso sono trattati come numeri di una statistica. Pensiamo alle migliaia di individui che ogni giorno fuggono da guerre e povertà: prima che numeri, sono volti, persone, nomi e storie (…) L'uomo di oggi vive spesso nell'insicurezza, camminando come a tentoni, estraneo a sè stesso; sembra non avere più consistenza, tanto è vero che facilmente si lascia afferrare dalla paura" si legge ancora nel messaggio del Papa, firmato dal segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, aggiungendo che questa è "un'epoca dove le persone sono spesso senza volto, figure anonime perché non hanno nessuno su cui posare gli occhi".

Sono parole che dovrebbero richiamare qualsiasi essere umano degno di questo nome a riflettere profondamente su quel che rischia di diventare il già Bel Paese nelle mani di politici e giornalisti paranoici ossessionati soltanto dal loro ego megatrofico e alienato, ormai incapaci di vedere la realtà di un mondo in cui la follia giunge al punto che il presidente americano Trump chiede alla Danimarca di vendergli la Groenlandia. "Nun ce se crede" dicono a Roma. Dove in un bar di viale Libia ho sentito appunto dire "Agosto, governo mio nun te conosco… e nun te vojo conosce si nun cominci a ragionà". Buona settimana all’Italia e a tutti!

Pietro Mariano Benni