Sia chiaro. Comincio soltanto. Ora aspetto di vedere il governo, ovvero ministri e sottosegretari, e le reazioni del Parlamento. Quelle della piazza non mi interessano e non le temo. Sono solo annunci violenti e corrivi. Le lascio ai salvinisti e melonari. Che alla fin fine mi appaiono un po’ tutti emuli di Tafazzi, quello che si martellava da solo gli zebedei.

Era dalle elezioni del Marzo 2018 che a me sembrava solo naturale, proprio sulla base del risultato delle urne, un governo giallo-rosso. Capace di imbrigliare l’irruenza sgangherata ma vitale del giallo con l’esperienza un po’ scolorita e stanca del rosso. Mi era quasi venuto un attacco di bile quando Matteo Renzi in una trasmissione televisiva aveva impedito quella possibile intesa, lanciando in pista l’altro Matteo. Per poi essere ora il primo a lanciare, dopo più di un anno schifoso, il nuovo accordo.

In un’Italia che tenta di curarsi comunque dai vecchi e sgangheranti Mattei, sono comunque un po’ più sereno. Non saranno garofani rossi né girasoli. Sarà anzi, credo un percorso aspro e accidentato. Ma la guida accorta di Mattarella, Zingaretti, e perchè no, Conte, potrebbe davvero curare il paese dalle gravi “matteiti” degli ultimi anni.

Nel giorno del mio compleanno - questo è del tutto personale, scusatemi - la notizia del notevole passo avanti verso un avvenire giallorosso (politico e calcistico) è stata per me un vero regalo. Spero lo sia anche per almeno qualcuno dei pochi che mi leggono. E soprattutto per il Paese che risento mio.

Pietro Mariano Benni