Buongiorno, vorrei conoscere la storia del mio cognome, grazie. Silvano Nebuloni

Caro Silvano, il cognome dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine latino nebulo, nebulonis, discolo, spregiudicato, irresponsabile. È tipicamente lombardo, in particolare del milanese. In Italia ci sono 390 famiglie diffuse in 107 comuni. Lo troviamo presente in varie regioni con 355 famiglie in Lombardia, 15 in Piemonte, 7 in Liguria, 4 in Veneto, 3 in Emilia-Romagna, 2 in Toscana e Friuli Venezia Giulia e 1 nel Lazio e nelle Marche. Le città con la maggiore presenza di persone con il cognome Nebuloni sono Parabiago (121 persone), Ossona (26 persone), Milano (23 persone), Legnano (18 persone), Rho (17 persone), Busto Arsizio (15 persone).

Fra le famiglie storiche ricordiamo una nobile famiglia di Roma. Il commendator G.B. di Crollalanza riporta la blasonatura di questa famiglia nei volumi del suo Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane. Altro ramo. Aggregata fin dal 1408 al Consiglio nobile di Verona, ed insignita del titolo di conte del Sacro Palazzo Lateranense nel 1750 da Benedetto XIV, fu confermata nobile con sovrana risoluzione 4 giugno 1820. Una famiglia svizzera diventa patrizio di Bellinzona con Antonio di Ambrogio; notevole il notaio Giovan Martino. Sono vicini di Cadenazzo nel 1643, provenivano dal lago di Lugano. Era una antica famiglia notarile di Riva San Vitale, cognominata dapprima Nuvironi, poi Nuyroni, Nebuloni, ricordata già nel 1290, propagatasi a Lugano; ebbero ramificazioni estinte a Bellinzona, Cadenazzo, Melide, Pazzallo e Gentilino. A Parabiago fu sindaco dal 1964-1970, Dionigi Carlo Nebuloni, per la Democrazia Cristiana.

Negli archivi di Ellis Island troviamo 35 Nebuloni che hanno lasciato l’Italia per gli USA. Fra i decorati al Valor Militare dell’Esercito troviamo: Angelo (1861 Medaglia d'Argento); Luigi (1941 Medaglia d'Argento); Natale (1948 Medaglia di Bronzo); della Marina troviamo: Angelo (1943 Croce di Guerra al Valor Militare); Gino (1942 Medaglia di Bronzo). Fra i caduti della Prima Guerra Mondiale ci sono 25 Nebuloni. Fra gli scrittori troviamo: Davide che nasce nel 1968, a Legnano nel Milanese. Di esso ama dire che: "Qualcosa non va. O il mondo è troppo strano o lo sono io". Scrive le sue prime poesie a scuola e il suo primo romanzo, di getto, nell’estate del 1987.

Merita un ricordo un grande benefattore Padre Ovidio Nebuloni (1919-1974) che nel 1959 giunge a Dinajpur in Bangladesh. Ha 40 anni, due lauree in scienze sacre, insegnante nel seminario teologico del Pime a Milano, padre Ovidio non ha nessuna idea di come si costruisce una casa. Incaricato di ridare vita al seminario diocesano, mentre ancora studia le lingue si butta a capofitto nella nuova avventura. Predica a tutti che il seminario è una cosa seria e va dotato di una sede moderna, adeguata, non si possono tenere i ragazzi in locali di fortuna. A chi gli dice che non si possono spendere troppi soldi per educare un po’ di ragazzi dei quali forse uno su cinquanta diventerà prete, Nebuloni risponde che per far capire che i sacerdoti locali sono la prima preoccupazione del vescovo e dei missionari italiani, bisogna fare le cose bene. Lancia appelli a parenti e amici, associazioni e fondazioni benefiche per raccogliere fondi; scrive invano agli ingegneri patentati dell'Istituto e ai costruttori famosi di altre missioni, poi decide di fare da solo. Acquista libri di ingegneria e di tecniche varie e li studia a fondo: si improvvisa progettista, architetto, ingegnere, capomastro, muratore, elettrotecnico, tubista. In tre anni costruisce a Dinajpur, con la povera manodopera locale, un bell'edificio in cemento armato a due piani, arieggiato e ben articolato nei vari blocchi, con i più moderni ritrovati in campo di serramenti e servizi. Il seminario di Dinajpur, quando venne inaugurato nel 1963, era la meraviglia di quanti lo visitavano.

Pier Felice degli Uberti

Presidente Istituto Araldico Genealogico Italiano