In Italia, dunque, c’è un nuovo governo. Il Conte-bis, tanto per intenderci. Con Luigi Di Maio che assume la guida delle feluche. Portando in dote quel memorandum d’intesa con la Cina nell’ambito del progetto delle Nuove vie della Seta, sottoscritto a marzo con il presidente Xi Jinping, sull’opportunità del quale non ha mai avuto dubbi (a differenza dell’alleato di allora). Intanto gli Usa osservano.

Servirà molta diplomazia, quella che nella gestione del caso gilet gialli sembrerebbe mancata. Nella giornata di ieri sono stati dunque nominati 21 ministri e un sottosegretario. Bene. Ma cosa succederà invece ai rappresentanti degli italiani all’estero, che alla fine sono coloro cui dedichiamo questo giornale tutti i giorni? Come ben risaputo, con l’allegro esecutivo gialloverde formato da Lega e MoVimento 5 Stelle ne abbiamo viste di cotte e di crude non solo all’interno del BelPaese, ma anche in America e in Sud America in particolare.

Dunque, per esempio, cosa succederà al Sottosegretario al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale Ricardo Merlo, colui che è anche il fondatore del Maie (Movimento Associativo Italiani all'Estero)? Inutile dirlo: questo giornale è stato spesso critico per alcune sue scelte alquanto discutibili ma soprattutto per le false notizie mandate in giro dai suoi compagni di partito - tipo il nuovo consolato a Montevideo e non un ufficio distaccato della Cancelleria Consolare - ...- e di certo non abbiamo fatto nulla per nascondere la nostra insoddisfazione per quanto da lui proposto (un malcontento che condividiamo con gran parte dei lettori de "La Gente d’Italia").

Ma ora sarebbe molto importante per la comunità sapere se sarà ancora Merlo a ricoprire un ruolo così determinante. Come abbiamo visto, nel neonato esecutivo giallorosso il premier ha messo in scena una sorta di ribaltone, promuovendo e allo stesso bocciando ministri e ministeri. Prendiamo per esempio Danilo Toninelli, l’oramai ex ministro delle Infrastrutture: il suo operato è stato aspramente criticato non solo dall’opinione pubblica, ma anche da stessi componenti del MoVimento 5 Stelle. Ed è stata ovvia dunque la decisione di Conte di non confermarlo al suo posto: gli obiettivi che si era prefisso non sono stati portati a termine. E a dire il vero negli ultimi 14 mesi non è che Merlo abbia portato chissà che risultati.

Promesse? Tante? Fatti? Pochissimi. E se dunque due più due fa quattro tutto porterebbe a pensare che dunque anche Merlo possa scendere dagli allori e dedicarsi quindi esclusivamente al suo Maie. Ma il mondo della politica, si sa, è pieno di contraddizioni e dunque vedremo quale sarà il futuro del politico italo-argentino. A questo punto si pone una nuova domanda? Chi potrebbe prendere il posto di Merlo? Con Di Maio ministro il Pd ha diritto ad un viceministro e un sottosegretario.

E dato che ora al posto del Centrodestra c’è il Partito democratico si potrebbe pensare a Fabio Porta, da sempre vicino alle comunità degli italiani all’estero, in special modo all'America Latina dove è stato eletto per due legislature. Un nome, quello del "Cavaliere dell’Ordine della Stella della solidarietà italiana" (titolo conferito nel 2005 dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi) che ci sentiamo di approvare. Del resto, Il suo curriculum parla chiaro per lui. E se il nuovo governo ora parla di discontinuità di ruoli nei posti che contano, sarebbe anche l’ora di provarci. Porta o non Porta, s’intende.

REDAZIONE CENTRALE