Quando Roma era ancora sotto il controllo dello Stato Pontificio e la capitale italiana era Firenze, nel 1869 a San José esisteva già una Società di Mutuo Soccorso. L’unità della penisola era stata fatta soltanto 8 anni prima ma in questo angolo d’Uruguay -terra dei "maragatas"- la presenza italiana era già massiccia. È una grande tradizione che continua fino ai giorni nostri quella di una delle associazioni più antiche presenti in questo paese che ha appena festeggiato lo storico traguardo del centocinquantesimo anniversario. Per l’attuale presidente Miguel Senattore si tratta di "un fatto commuovente e di straordinaria importanza. È molto raro infatti trovare istituzioni così antiche che sono state capaci di avere una traiettoria ininterrotta in tutti questi anni e poi bisogna poi considerare anche che la nostra è una nazione giovane nata nel 1825. Insomma è davvero eccezionale. Celebrando l’anniversario oggi vogliamo ricordare le tante persone che hanno contribuito alla vita di questa associazione".

Uno dei motivi che hanno portato al successo della Società Italiana è stata la politica unitaria con le altre associazioni italiane della zona. "Fino ai primi anni del novecento erano attivi diversi gruppi che avevano un carattere mutualistico e sociale molto avanzato per quell'epoca" spiega il presidente Miguel Senattore nella sua rassegna storica. Molteplici erano i servizi che venivano offerti agli associati, tra cui "assistenza medica, sussidio per malattia e copertura delle spese funebri". Anni, dunque, dove "era molto diffuso l’aiuto e la solidarietà tra gli emigrati per allietare meglio la nostalgia della terra lasciata". Con il passare del tempo tre associazioni finirono per unirsi vista la causa comune. Il primo passo venne fatto nel 1892 con la fusione con la Società di Mutuo Soccorso. Vent’anni dopo il processo si completò con l’adesione anche di altri due gruppi, la Fratellanza Italiana e il Circolo Napolitano.

Come sottolinea Senattore questa è una storia italiana ma anche tipicamente "maragata", nome con cui vengono chiamati gli abitanti di San José: "Questa città è nata durante la colonia spagnola ma successivamente l’influenza italiana è stata determinante nella sua crescita e infatti oggi ne troviamo traccie in tanti ambiti e specialmente nella cultura". Diverse sono state le iniziative che hanno accompagnato nelle scorse settimane le celebrazioni dell’anniversario tra cui un grande pranzo e la presentazione del libro "Italianos en San José de Mayo. Breve historia de la Sociedad Italiana de San José (1869-2019)" scritto dallo storico Alexis Collazo. Il tutto -come sempre- si è svolto presso la sede dell’associazione, uno dei simboli dell’italianità "maragata" che continua ad essere conservata ancora oggi con la massima cura. Inaugurata nel 1901 grazie al grande sacrificio degli associati che la costruirono da soli, la sede è una grande struttura di stile neoclassico e situato sulla via Treinta y Tres. Al suo interno si trova un piccolo museo che raccoglie una serie incredibile di oggetti e ricordi: reliquie, quadri, documenti, foto, articoli di giornale, bandiere ed eventi della Società Italiana in questi 150 anni di vita.

Matteo Forciniti