Clamoroso in cronaca. Accade a Genova, un episodio, un fatto appunto di cronaca. Nuovo, in Italia di una roba del genere non si aveva notizia. E non se avvertiva il bisogno. L’ennesimo sconcio a denunciare un Paese malato, ormai fuori controllo, il nostro, in cui accade di tutto e di più. Genova il teatro; un prete, un sacerdote, primattore e protagonista. Unico, esclusivo. Un prete in overdose.

La lettura è corretta. Un sacerdote che si era fatto, drogato, fuori ovviamente di testa. Un pericolo grave: il prete in overdose in gita scolastica con gli studenti e responsabile del loro comportamento inteso nel significato globale del termine. La guida che smarrisce il volante. Il parroco di Alassio è il protagonista del caso di cronaca.

Vittima di un malore durante la gita scolastica, dopo aver assunto cocaina. La curia ligure si è ritrovata in ambasce, come ai tempi di don Seppia. Riaffiora lo spettro del parroco cocainomane genovese, che nel 2011 finì in manette per reati legati alla pedofilia e alla cessione di stupefacenti. Un grande scandalo, all’epoca. Questo non pari pari, però ugualmente ingombrante. L’ennesima prova che pure nella Chiesa etica, costumi, senso della fede in Dio e quant’altro sono deragliati. Inascoltati il dettato, le raccomandazioni e le esortazioni di Papa Bergoglio.

Anche i ministri della Chiesa sembrano essersi adeguati al merdaio imperante (comunque purtroppo presente e da denunciare e perseguire) nella società. Guglielmo Borghetti, il vescovo di Albenga e Imperia, da cui Alassio dipende, ha subito sospeso il sacerdote in overdose in gita scolastica. Quando però la notizia si era già diffusa, diventando di pubblico dominio. Il sacerdote sulla bocca di tutti e da tutti schifato. Proprio nella diocesi che in passato si segnalò come una sorta di refugium peccatorium.

Sotto la guida del presidente vescovo, accolse molti preti protagonisti di episodi esattamente non edificanti, spesso con pesanti risvolti giudiziari. La cronaca racconta. L’episodio è di fine maggio, accaduto ad Alassio. Ma nella città famosa per il suo muretto delle celebrità la notizia è affiorata soltanto ora. La ragione scatenante? Alcuni genitori delle scuole medie Ollandine hanno notato un cambiamento nell’organico dei professori. Chieste spiegazioni, la verità è venuta a galla. Nelle cittadine non metropoli, si sa, le voci corrono veloci e alla fine parlano pure marciapiedi e muri. Immediata praticamente la diffusione della notizia tra le famiglie. Le informazioni sono circolate, diventando di ora in ora più allarmanti. A quel punto, la diocesi ha deciso di intervenire in maniera decisa e definitiva. Il sacerdote incriminato svolgeva supplenze nelle scuole media in qualità di professore di musica.

Durante una gita di fine anno a Cremona, ha accusato un malore mentre si trovava in compagnia dei ragazzi studenti. I primi a soccorrerlo. In quella circostanza ha avuto salva la vita grazie all’immediato ricovero in ospedale. Il risultato delle analisi ha provocato l’avvio di indagini da parte della polizia. Successiva la segnalazione alla prefettura: il sacerdote indicato come consumatore. La condizione prevede un congruo rigido periodo di disintossicazione. Il vescovo Borghetti ha spiegato con chiarezza l’evoluzione della squallida vicenda. "L’abbiamo affrontata con tempestività, ma ci sono stati danni ai terzi, soprattutto giovani. Il sacerdote è stato da me ripreso, abbiamo parlato e concordato un piano terapeutico e di recupero".

Il sacerdote avrebbe dato completa collaborazione. Il vescovo l’ha comunque sospesa temporaneamente dagli impegni pastorali. Concordato e avviato un nuovo piano terapeutico e di recupero. In riferimento all’episodio di fine maggio, monsignor Borghetti parla di "malore conseguente l’assunzione di sostanza stupefacente", più che di overdose. Termine che ha un termine clinico ben preciso. Definire l’episodio sconcertante è poco. Il fatto che ne sia protagonista un sacerdote, inquieta, preoccupa, allarma. È doppiamente grave. Basita Alassio, la cittadina e i familiari degli studenti, quattordici anni i ragazzi più grandi, non dissimulano sconcerto e incredulità. Anche in presenza delle parole del Vescovo, non del tutto rassicuranti e neanche condivisibili. Intanto, alla fine, non sa se il sacerdote sarà o meno sospeso definitivamente dal proprio mandato pastorale.

"Dipenderà dall’esito del percorso di recupero", parole del vescovo Borghetti. Il sacerdote si sarebbe reso conto di aver commesso un grave errore. Ma ora è il vescovo a preoccupare i cittadini di Alassio. "Il reverendo è come una persona che, appreso di aver contratto la polmonite, accetta di andare in ospedale. Ora è convalescente". Conclusione troppo soft, non solo originale e non sposabile da ogni persona provvista di buonsenso e sana moralità.

Franco Esposito