Cristo si era fermato ad Eboli e Carlo Levi, che da quelle parti trascorreva la villeggiatura che gli aveva gentilmente offerto il Cav. Benito Mussolini, voleva capirne le ragioni. Arrivò a Matera, che è nei pressi di Gagliano, ove era confinato, e lì osservò, annotò e denunciò una situazione oggettivamente catastrofica, basti pensare che nel 1936 la mortalità infantile raggiungeva il 44 % rispetto alla media nazionale che era del 12%.

Fu Palmiro Togliatti il primo leader nazionale a visitare Matera nel 1948. Senza mezzi termini definì la città una "vergogna nazionale". Successivamente anche Alcide De Gasperi volle rendersi conto di persona della drammatica situazione in cui versava la città. La frequente sinergia tra i due maggiori leader dell’epoca, qualcosa oggi di impensabile, permise che una parte dei fondi del "Piano Marshall" venisse stornato a favore della città Lucana per agevolare il trasferimento dei materani dalle malsane abitazioni del vecchio rione dei Sassi, verso nuovi alloggi appositamente costruiti. Il ministro Emilio Colombo, lucano, fu incaricato di dare attuazione alla legge speciale per lo sfollamento del quartiere.

Fu solo nella metà degli anni ‘80 che iniziò il ritorno della popolazione verso quell’antico rione in tufo nel mezzo della Murgia Materana. Un quartiere ricco di chiese rupestri e grotte del paleolitico, la cui bellezza, in verità, era già stata scoperta fin dagli anni ‘50 dalle grandi Major americane ed italiane, che lo avevano utilizzato come set per raffinate produzioni cinematografiche. Lattuada, Pasolini e poi Mel Gibson, Richard Gere, Morgan Freeman fino all’ultimo film della serie di James Bond, in lavorazione in questi giorni, hanno contribuito allo sviluppo economico ed alla immagine dei Sassi di Matera, del resto già nel ‘93 dichiarati patrimonio dell’Unesco.

Il riconoscimento della città come capitale europea della cultura 2019, ha definitivamente sancito la rinascita della città. Musei, eventi culturali, spazi artistici e musicali, in una cornice paesaggistica tra le più belle d’Italia e non solo, ne fanno una meta molto ambita dal turismo internazionale più sofisticato, che ha imposto, di conseguenza, uno standard di servizi di accoglienza molto alto.

Palazzi nobiliari trasformati in hotel di lusso, vecchie abitazioni ristrutturate e diventati deliziosi bed&breakfast, ottimi ristoranti con chef che hanno magistralmente rivisitato la cucina tradizionale del territorio, sono la prova definitiva che il meridione può rinascere grazie al solo straordinario patrimonio culturale che possiede. Senza le solite vecchie e bislacche politiche assistenzialistiche. Una lezione per l’Italia intera.

di ANTONIO BUTTAZZO