Leonardo e Raffaello, due grandi artisti, due mostre nel segno dell’Europa. Per Leonardo di ser Piero da Vinci si celebrano i 500 anni della morte avvenuta ad Amboise il 2 maggio 1519, per Raffaello Sanzio si ricordano i 500 anni della scomparsa avvenuta a Roma il 6 aprile 1520.

Messe da parte le diatribe di Salvini contro Macron, Italia e Francia firmano un patto per due importanti eventi: l’esposizione su Leonardo che si aprirà il prossimo 24 ottobre al Louvre di Parigi e quella su Raffaello che è in calendario alle Scuderie del Quirinale a Roma per marzo 2020. L’accordo prevede il prestito di opere di Leonardo da Vinci da parte dell’Italia per la mostra del Louvre e l’arrivo in Italia di alcune opere di Raffaello per gli eventi a lui dedicati. A sancirlo sono stati il Ministro dei beni culturali Dario Franceschini e il suo omologo francese Franck Riester nella storica sede del ministero della cultura francese. Secondo il ministro Dario Franceschini l’accordo per lo scambio di prestiti di Leonardo da Vinci e Raffaello tra Italia e Francia per le mostre dei cinquecentenari delle scomparse dei due artisti, sarà "un’occasione straordinaria". Il ministro ha dichiarato che "Leonardo e Raffaello verranno ricordati a livello europeo, oltre che mondiale, con queste due grandi mostre, rispettivamente a Parigi nel 2019 e a Roma nel 2020: è una dimostrazione di qualcosa che non è solo nazionale ma globale". Ha aggiunto Franceschini: "Oggi più che mai è fondamentale che la cultura sia al centro delle politiche europee, sia perché è un veicolo per costruire cittadinanza comune sia perché è una grande opportunità di crescita economica". Gli ha fatto eco Riester: "Le opere di Leonardo da Vinci e di Raffaello appartengono all’umanità". Il ministro francese della cultura francese ha poi sottolineato che "è dovere dell’Italia e della Francia farle circolare quando le condizioni tecniche lo permettono". Tra le opere che l’Italia presterà alla Francia figurano l’Uomo vitruviano e i tre studi per la Battaglia di Anghiari delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, la Scapiliata della Galleria Nazionale di Parma, e diversi disegni dagli Uffizi tra cui spiccano il celeberrimo Studio di paesaggio del 1473, prima opera nota dell’artista toscano, e la copia della Battaglia di Anghiari in deposito al Museo di Palazzo Vecchio a Firenze. Per Parigi partirà poi anche l’Incredulità di san Tommaso del Verrocchio, dei Musei di Orsanmichele. In cambio, l’Italia riceverà alcune opere di Raffaello per la mostra che si terrà nel 2020 al Quirinale tra queste figurano il Ritratto di Baldassarre Castiglione, l’Autoritratto con un amico e cinque disegni. In totale, la Francia presterà all’Italia sette opere, mentre dall’Italia partiranno alla volta della Francia altre sette opere oggetto del memorandum d’Intesa firmato da Franceschini e Riester, a cui se ne aggiungono altre quattordici che verranno prestate alla Francia dai musei statali italiani. Il protocollo firmato da Italia e Francia prevede che la durata dei prestiti venga stabilita dai musei in ragione delle condizioni di trasporto e di esposizione delle opere. Sebbene non vi siano prove concrete su contatti diretti con Leonardo, Raffaello ebbe una grande ammirazione per la sua innovativa arte pittorica, che studiò con attenzione, come dimostra la copia che il Sanzio eseguì della perduta Leda col Cigno del maestro da Vinci. Nel 1504, infatti, Raffaello si trasferì a Firenze proprio per osservare i disegni preparatori delle Battaglie di Anghiari e di Cascina che Leonardo e Michelangelo avevano eseguito nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. L’osservazione delle opere leonardesche contaminò lo stile del giovane Raffaello, che assorbì dal genio toscano, di oltre trent’anni più anziano, l’armonia geometrica per collegare le varie figure e l’utilizzo dello sfumato, rielaborandoli in una nuova chiave espressiva del tutto personale. La Madonna del Belvedere, ad esempio, presenta la composizione piramidale tipica di Leonardo. Anche nella ritrattistica Raffaello assorbì l’influenza di Leonardo, chiaramente visibile nei dipinti del periodo fiorentino come il Ritratto di donna gravida, il Ritratto di Agnolo Doni, il Ritratto di Maddalena Strozzi e in quello della Dama col liocorno. Raffaello non replicò la carica allusiva e suggestiva dei soggetti leonardeschi, preferendo una rappresentazione più calma e familiare. Raffaello apprese da Leonardo anche la rielaborazione di tutte le figure e dei paesaggi delle singole opere, senza fare uso di modelli di repertorio come, invece, molti altri artisti dell’epoca erano soliti fare. Tale metodo, che implicava certamente un maggior carico di lavoro, permise a Raffaello di creare opere sempre nuove e caratterizzate da una costante evoluzione dello stile. Anche durante il soggiorno romano, Raffaello mostrò un rinnovato interesse verso lo stile di Leonardo, che si trovava alla corte vaticana nel 1514, come mostrano alcune figure della Trasfigurazione molto simili a quelle dell’Adorazione dei Magi del da Vinci. La stima e l’ammirazione che Raffaello nutriva verso il genio da Vinci sono dimostrate dall’affresco della Scuola di Atene, che il Sanzio realizzò nella Stanza della Segnatura, dove dipinse Leonardo nelle vesti di Platone, insieme con altri filosofi e pensatori classici impersonati da Michelangelo, Bramante e dallo stesso Raffaello.