Il flop. Inatteso, non previsto. Forse però persino prevedibile, ma questa è un’altra storia. In perenne dissesto e in profondo rosso, il Comune di Napoli pensava di tirarsi su sotto l’aspetto economico finanziario con la vendita di 25mila immobili di sua proprietà. Case e quant’altro. Previsti incassi record; raccattate finora le briciole. Soltanto 120 case vendute, ora il buco in bilancio è di oltre 120 milioni. Diventa quindi a rischio il piano di rientro dal debito. Il panico a Palazzo San Giacomo, il sindaco De Magistris e la Giunta in ansia per le decisioni della magistratura contabile. Il vice sindaco Panini prossimo alla resa, "non dipende da noi ma dal mercato".

Ormai nessuno compra, non è più tempo di investimenti sul mattone. Ventunomila e cinquecento gli immobili di edilizia residenziale pubblica messi in vendita. Centoventiquattro le dismissioni in quattro anni. Il valore complessivo stimato è 1,5 miliardi di euro. Il Comune di Napoli ha incassato finora appena 4,5 milioni. Un flop clamoroso, numeri alla mano forniti dalla società NapoliServizi, affidataria per la vendita di circa 65mila immobili. L’azienda è interamente comunale. Rischia quindi di saltare (in pratica è già saltato) il piano di rientro del debito del Comune, 1,8 miliardi, tarato in buona sostanza sulla dismissione del patrimonio immobiliare. Il piano è soggetto alle verifiche della Corte dei Conti, tenuta a valutare se effettivamente funziona.

Il trend storico della dismissione immobiliare non autorizza speranze. Potrebbe arrivare di conseguenza lo stop della magistratura contabile, l’atto molto temuto da De Magistris e dai suoi uomini. Arriverebbe così non il cartellino giallo come in passato. Dove è stato sufficiente cambiare il piano per godere di ulteriori dilazioni dalla Corte del Conti. Stavolta il cartellino sarebbe rosso e potrebbe significare il default per il Comune di Napoli. Si annunciano tempi duri per Enrico Panini, vice sindaco e assessore alle Finanze. La previsione d’incasso è di 126,3 milioni. Il buco da 122 milioni nel 2019, dovendo considerare che nell’anno in corso non è stato effettuato un solo rogito, a fronte di richieste di acquisto per 29 immobili. Una previsione clamorosamente sbagliata, come è potuto succedere? Chi ha immaginato un fantascientifico incasso dalle vendite di immobili, laddove il trend storico dice che la media delle vendite è di 20 immobili all’anno?

In sede di varo del bilancio, il Comune puntava su un mercato immobiliare in espansione, che non esiste. Diventa quindi problematico capire su quali basi poggiasse l’ottimistica sensazionale previsione d’incasso. Siamo a settembre e nelle casse comunali non è entrato neppure un euro finora. La Corte dei Conti ha sempre ritenuto che la dismissione fosse un bluff. E sta avendo ragione su tutta la linea. Il piano di riequilibrio è stato cambiato più volte proprio su sua richiesta. Fino al punto di obbligare il Comune a inventarsi, l’anno scorso, "le alienazioni straordinarie": mantenute le dismissioni nel piano, asciugato in parte il potenziale di vendita degli immobili attraverso l’immissione sul mercato di alloggi e cespiti in linea teorica più appetibili. Compresi alcuni "gioielli di famiglia".

Il nuovo piano in esaurimento previsto tra dicembre e il prossimo anno prevede la vendita di 10.907 unità immobiliari. Ovvero, 1708 abitazioni, 507 tra suoli e fondi rustici, 104 poli artigianali, 1398 locali a uso non residenziale di tipo Erp e 7190 alloggi Edilizia residenziale pubblica. Ma cosa prevede il programma straordinario di alienazioni del primo periodo di riequilibrio? Intanto, l’arricchimento della prevista alienazione di due importanti cespiti: la rete per la distribuzione del gas naturale e lo storico palazzo del Real Albergo dei Poveri, in piazza Carlo III. Beni immobili non comparsi in precedenti piani di alienazione. E altri beni ad uso residenziale confinanti con le autorimesse Anm di Posillipo, via Bernardo Tanucci, via Cavalleggeri Aosta, via Cappella Vecchia. Strutture importanti, purtroppo non fruttuose sotto l’aspetto della vendita. L’unica cosa che interessa al Comune. Purtroppo, però, il mercato non tira. Il piano della dismissione generale e anche quello straordinario non hanno prodotto alcun risultato. I conti restano in rosso e il buco in bilancio è di oltre 120 milioni.

Franco Esposito