Il 7 ottobre sarà l’ultimo passaggio, il quarto, per dare il via libera al disegno di legge per la riduzione del numero dei parlamentari italiani, rispetto al quale il Consiglio generale degli italiani all’estero, audito nelle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, ha cercato con insistenza di mettere in discussione il disegno di legge costituzionale che taglia da 18 a 12 la rappresentanza parlamentare eletta nella circoscrizione estero. Con l’ultimo via libera di Montecitorio, a maggioranza assoluta, la riforma sarà legge, sempre che non venga chiesto un referendum confermativo.

LE INIZIATIVE DEL CGIE Negli ultimi quindici mesi, dopo aver ascoltato le rivendicazioni dei cittadini italiani presenti nei cinque continenti (le rappresentanze dei Comites, delle Associazioni, delle organizzazioni e degli Enti, i veri stakeholders dei diritti civili all’estero, ai quali la nostra costituzione all’articolo 3 garantisce il diritto di avere diritti, quelli formali e quelli sostanziali), il CGIE ha promosso numerose iniziative e redatto documenti, motivando e dimostrando nel merito l’iniquità e l’esiziale scelta di riformare al ribasso i riferimenti numerici, riferiti agli italiani all’estero, enunciati negli articoli 56 e 57 della costituzione italiana.

LA RAPPRESENTANZA La convinzione delle nostre obiezioni ci spinge ad affermare che nella formulazione dei diritti, quando si cerca di interpretare e leggere l’attualità, occorre tenere sempre ben presente che la democrazia rappresentativa deve essere salvaguardata con l’idea di rispetto della persona come individuo fornito di diritti chiamato a scegliere i propri rappresentanti. Si è consapevoli che in Italia, con la saldatura del nuovo governo, il testo finale recante la riduzione dei parlamentari sarà approvato alla Camera pena la crisi dello stesso. Tuttavia resta aperta la questione degli effetti, le garanzie e i contrappesi per dare effettività alla rappresentanza dei territori nazionali e della circoscrizione estero. L’aumento esponenziale degli italiani all’estero, che negli ultimi anni hanno raggiunto cifre da esodo, deve far riflettere il governo sull’urgenza di ridisegnare la rappresentanza degli italiani all’estero e di riscrivere la tanto discussa legge elettorale e le modalità di voto per sostanziare i propri rappresentanti.

I NOSTRI DIRITTI ELEMENTARI Il prossimo anno dovrebbero essere rinnovati i Comites e il CGIE. Con molta probabilità si celebrerà qualche referendum di cui si parla con insistenza in risposta ad alcune riforme costituzionali. Sarà forse arrivato il momento che il governo si prenda cura anche delle nostre comunità, che in sostanza hanno un peso politico, economico e culturale come le più avanzate regioni italiane? E’ giunta l’ora che ai nostri connazionali all’estero vengano garantiti i diritti elementari di cui sono portatori, alla stregua di chi vive e risiede in Italia.

MICHELE SCHIAVONE, SEGRETARIO GENERALE DEL CGIE