"La munnezza per noi è oro", ritornello camorristico recitato in tutte le stagioni nella Terra dei fuochi e dintorni. I rifiuti produttori di ricchezza. Una fonte inesauribile a beneficio della criminalità organizzata. La munnezza faceva affluire torrenti di quattrini nelle tasche anche di amministratori e delinquenti in servizio nel Nord Italia. Territorio anche questo abitato dalla corruzione. Una mania italiana, a ben vedere. Nel capannone di via Chiasserini, nel Comune di Milano, i rifiuti divennero un giorno un rogo colossale. Bruciarono per ore, ammorbando un intero quartiere e annerendo il cielo sopra una zona di Milano. L’odore acre del materiale finito in fiamme era percepibile anche in centro città.

Processo record, celebrato presso l’ottava sezione del tribunale di Milano. Otto condanne. Stavolta non è finita a tarallucci e vino, come usa dire dalle parti di Napoli. E come spesso succede nei traffici illeciti di rifiuti. Alla sbarra e condannati i componenti della compagnia di lestofanti che hanno realizzato, con la monnezza, profitti per un milione e 85mila euro in appena sette mesi. Condannati quelli che resero l’aria di Milano irrespirabile il 14 ottobre 2018. Un maxi rogo di rifiuti, 13mila metri cubi di immondizia in un capannone di via Chiasserini. L’aria appestata per alcuni giorni. Stavolta, a un anno e mezzo dal rogo e a sette mesi appena dagli arresti, quei lerci profitti realizzati sulla salute della gente si sono dovuti confrontare con la giustizia. Clamoroso il risultato: otto condanne sino a sei anni e otto mesi, tre patteggiamenti, un rinvio a giudizio. Inoltre, udite udite, miracolo della giustizia, tre milioni e mezzo di euro tra confische agli imputati e risarcimenti al Comune di Milano, alla Città Metropolitana e all’azienda I.P.B. srl. La società proprietaria dell’area del delitto e già in contenzioso con l’affittuaria I.P.B. Italia srl.

Trentasettemila metri cubi di rifiuti gestiti illegalmente. Amministratore di fatto dell’affittuaria I.P.B. Italia srl, Aldo Bosina è stato condannato a sei anni e sei mesi; quattro anni e mezzo a Pietro Ventrone, manager dell’intermediaria Waste Solution srl; tre anni e sei mesi a Giovanni Girotto, liquidatore della Proveco Italia srl, proprietaria di un altro capannone da 10.600 metri a Fossalta di Piave, pena sospesa; due anni a Patrizia Geronimi, manager di I.P.B Italia. La storicità della sentenza da record è presente con estrema chiarezza nella sentenza firmata da giudici Balzarotti, Nosenzo e Iannelli. Disposta la confisca di automezzi, quote societarie e beni, per l’equivalente fino a un milione e 800mila euro di profitto illecito. In aggiunta, a dimostrazione della pesantezza del provvedimento i danni patrimoniali e non da risarcire al Comune di Milano (un milione e 498mila), alla Città Metropolitana (203mila euro) e alla parte civile I.P.B. srl dell’imprenditore Carmine Pettinato.

In contemporanea sono arrivati i patteggiamenti, ratificati dal giudice delle indagini preliminari Teresa De Pascale. Hanno patteggiato in quattro: Giancarlo Galletti, direttore della sede di via Chiasserini, due anni, e i tre autisti della ditta del rogo evidentemente doloso. Un anno e quattro mesi a Valentino Bovini, sei mesi e venti giorni a Mihai Gaina e Ticu Costin. E giù altri risarcimenti a pioggia. Centomila euro alla Città Metropolitana, 70mila al comune di Milano, 120mila a I.P.B. srl. Processo esemplare, non solo record per la messe di condanne e di risarcimento, ma anche per la celerità che ne ha scandito la conclusione. Nel giudizio immediato sui coimputati Diego Giro e Joshiwa Colombo, figure dominanti dell’intermediazione dei rifiuti, condannati a tre anni e otto mesi.

La mannaia della giustizia, nella circostanza particolarmente efficace, ha colpito con durezza Mauro Zonca, amministratore unico di I.P.B. Italia srl (tre anni e quattro mesi) e Bekim Ramadowski, intermediario anche lui (venti mesi). Giustizia efficace e veloce, una tantum. Un altro protagonista del maxi rogo di via Chiasserini, Massimo Sanfilippo, dell’intermediaria Wiysystem Group srl, è andato a giudizio. Le provvisionali sono immediatamente esecutive. Gli imputati condannati dovranno provvedere al versamento in tempi brevissimi.

Franco Esposito