Con una festa alla Casa degli Italiani di Montevideo la Famèe Furlane ha celebrato nella giornata di domenica il suo 75esimo anniversario. Il pranzo è stato il culmine di una serie di iniziative che hanno accompagnato i festeggiamenti durante tutto questo 2019 con una diverse attività culturali organizzate nell’ambito del progetto "Rinnoviamo la nostra friulanità". "Questo anniversario ci rende ulteriormente felici nel nostro lavoro quotidiano di mantenere l’identità friulana in Uruguay" ha spiegato a Gente d’Italia il presidente della Famèe Bernardo Zannier poco prima del pranzo. "Ovviamente il primo pensiero oggi va a tutti i soci fondatori che hanno reso possibile l’inizio di questa bellissima avventura. Oggi i tempi sono molto diversi, siamo in prevalenza figli e nipoti dei primi emigrati ma, nonostante il passare degli anni, continuiamo a sostenere con orgoglio queste radici e questa cultura che ci hanno trasmesso. Restiamo sempre coscienti di appartenere a un popolo fiero con una storia millenaria: il Friuli è una terra di lavoratori e di gente umile che fa le cose per bene e in silenzio". Nata nel 1944 per riunire le diverse famiglie di corregionali sparse per tutto il paese e assicurare mutua assistenza, in questi settantacinque anni di storia la Famèe Furlane ha organizzato tante attività ricreative e culturali dando un’attenzione speciale ai più giovani specialmente attraverso le borse di studio della Regione. Ed è proprio ai giovani che Zannier si è rivolto nel suo messaggio di augurio rivolto al futuro di una delle associazioni più antiche di Montevideo ad essere ancora attiva nel panorama della collettività italiana. "Uno dei nostri obiettivi è sempre stato quello di fomentare la partecipazione delle nuove generazioni e posso dire che ci sono stati ottimi risultati" ha affermato. "Il nostro auspicio è che i giovani possano continuare ad avvicinarsi e che possano prendere le redini di questa tradizione. Io sono ottimista perché in tutti questi anni ho visto una partecipazione divisa in base alle diverse tappe che si attraversano nella vita: in genere vengono da bambini con la famiglia, poi spariscono perché hanno poco tempo libero ma poi spesso ritornano dato che mantengono un forte legame con le proprie radici". Quello che si sta per concludere è stato un anno molto intenso per i festeggiamenti di questo "fogolar", il nome con cui sono conosciute le tante associazioni friulane sparse per il mondo che richiama l’antica tradizione del focolare. Organizzato dall’Ente Friuli nel Mondo grazie al supporto economico della Regione Friuli Venezia Giulia, il progetto "Rinnoviamo la nostra Friulanità" ha avuto come obiettivo principale quello di dare un nuovo impulso ai "rapporti dei dei friulani con la terra d’origine attraverso un percorso interdisciplinare" favorendo inoltre "momenti di aggregazione e di crescita socio-culturale a beneficio non solo della comunità degli emigrati e dei loro discendenti ma anche della comunità italiana e locale". In Uruguay questo progetto ha avuto quattro diverse iniziative che hanno affrontato molteplici tematiche. Si è partiti a fine gennaio con la presentazione del libro "Le nostre radici a tavola" di Alessandra Salvatori a cui è seguita una conferenza del presidente dell’Ente Friuli nel Mondo Adriano Luci sui rapporti economici e commerciali tra il Friuli e l’Uruguay. Nel mese di maggio si è avuta poi la visita del Ducato dei vini friulani per promuovere l’eccellenza vitivinicola regionale. Il protagonista del terzo appuntamento è stato il regista Massimo Garlatti Costa che ha presentato alcuni suoi lavori documentaristici che spaziano dalla storia alla promozione del territorio, dagli aspetti sociali alle correnti migratorie. La quarta e ultima attività si è svolta nei giorni precedenti al pranzo dell’anniversario con un laboratorio delle sorelle Marielle e Michelle Bonetti sulla tradizione dell’arte del mosaico testimoniata dalla scuola di Spilimbergo. "Per questo settantacinquesimo anniversario abbiamo festeggiato in grande proponendo in questi mesi attività di grande rilievo che sono state molto apprezzate dal pubblico" ha concluso Bernardo Zannier riconoscendo il ruolo fondamentale della Regione Friuli: "Senza il loro finanziamento tutto questo sarebbe stato impossibile e avremmo fatto solo una festa. Anziché inviare direttamente del denaro, la Regione interviene in diversi modi ad esempio portando qui diverse personalità o facendo partecipare i giovani alle borse di studio e ai progetti di scambio. Ecco, questo credo che sia il modo migliore per supportare il lavoro delle associazioni e diffondere la cultura".