Parte dall’inchiesta di Report del 21 ottobre sul caso Lega-Russia l’interrogazione indirizzata al premier Conte da due parlamentari del Pd. I senatori Franco Mirabelli e Dario Parrini nel loro documento ricordano come Matteo Salvini si sia sempre rifiutato di rispondere in merito alla vicenda. Ma, dopo quanto messo in luce dall’inchiesta intitolata "La fabbrica della paura" il quadro si è aggravato. "La ricostruzione fatta da Report dei rapporti intessuti dalla Lega da quando Salvini ne diventò il Segretario mostra l’esistenza di un disegno finalizzato alla nascita di un asse internazionale tra forze estremiste di destra, in cui Salvini e la Lega appaiono spesso come pedine", si legge nel documento. Da qui la richiesta a Conte di comunicare "quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare al fine di fare al più presto chiarezza sui fatti allarmanti sopra riportati, che, al di là delle loro eventuali implicazioni penali, appaiono gravemente lesivi della sovranità del nostro Paese e tali da destabilizzare le radici e i valori fondanti della nostra democrazia".

Premesso che quanto riportato dall’inchiesta della trasmissione televisiva Report del 21 ottobre scorso, denominata "La fabbrica della paura", rivela, in modo inquietante, come la nota vicenda dei finanziamenti russi al partito Lega per Salvini Premier, oggetto di indagini da parte da parte della Procura di Milano per corruzione internazionale e di una informativa del Presidente del Consiglio dei ministri, Conte, svoltasi in Senato il 24 luglio scorso, sia parte di un disegno molto più complesso e pericoloso; - il quadro che emerge dall’inchiesta giornalistica di Report mostra come i legami sempre più numerosi che la Lega ha stretto negli anni con forze estremiste di destra, sia in Russia che negli Stati Uniti, facciano parte di un progetto internazionale, alimentato da moltissimo denaro, finalizzato al chiaro obiettivo di destabilizzare l’Europa; - secondo quanto riportato il 10 luglio scorso dal quotidiano on line Buzzfeed e già precedentemente dal settimanale "L’Espresso", l’incontro, avvenuto il 18 ottobre 2018 al Metropol hotel di Mosca tra persone appartenenti al partito della Lega, tra cui Gianluca Savoini, e alcune persone di nazionalità russa, "avrebbe avuto lo scopo esplicito di finanziare in modo illecito il partito della Lega per Salvini Premier e la sua campagna elettorale per le Europee".

La riunione avrebbe avuto ad oggetto la vendita, tramite intermediari, di 3 milioni di tonnellate di gasolio all’Eni da parte di un’importante compagnia petrolifera russa. Il valore della vendita sarebbe stato di circa 1,5 miliardi di dollari. Da questa transazione sarebbero stati trattenuti 65 milioni di dollari da destinare alla Lega; - poiché l’allora Ministro dell’interno, Salvini, si è sempre rifiutato di rispondere di questi fatti in Parlamento e ha sempre negato di aver mai invitato Savoini in Russia e di aver avuto contatti con lui in quell’occasione, il 24 luglio scorso, il Presidente del Consiglio dei ministri, Conte, ha smentito platealmente le dichiarazioni del Ministro in merito al fatto di non sapere della presenza di Savoini a Mosca nell’ottobre 2018 e ha altresì dichiarato che "Se guardiamo alla dinamica dell’attuazione dell’indirizzo di politica internazionale, abbiamo la riprova che sul versante dei rapporti con la Federazione russa e con riguardo a tutte le connesse implicazioni, la nostra linea è stata coerente, ragionevole e mai indebitamente condizionata da fattori perturbativi suscettibili di comportare una deviazione rispetto ai nostri interessi nazionali."; - il rapporto tra Salvini e Savoini risale ai tempi in cui entrambi lavoravano per il giornale "La Padania".

Intervistato da Report, Moncalvo, direttore de "La Padania" tra il 2002 e il 2004, descrive Savoini, coinvolto nel 2002 in uno scandalo per la presenza di foto e simboli fascisti e nazisti nella redazione del giornale, come colui che avrebbe "formato" Salvini "come se fosse una massa di argilla"; - secondo quanto riportato dal giornalista, Giorgio Mottola, nella formazione politica di Savoini e nel suo stretto rapporto con la Russia c’è Maurizio Murelli, una delle figure più importanti del neofascismo milanese, condannato a 11 anni di carcere per concorso in omicidio dell’agente di polizia Antonio Marino, che nel 1984 ha fondato "Orion", centro culturale facente riferimento ai movimenti di estrema destra di quel periodo, con idee neonaziste e filosovietiche, nelle cui posizioni - secondo quanto riportato dallo stesso Murelli - Savoini si è "molto riconosciuto" e ai cui esponenti la Lega, che si andava formando in quegli anni, avrebbe chiesto di partecipare alle attività del partito per dare "un’anima" a un ambiente "culturalmente debole".

L’obiettivo sarebbe stato, secondo Claudio Gatti, autore del libro "I demoni di Salvini", quello di "estrapolare l’essenza del fascismo e soprattutto del nazismo per poi riuscire a rivitalizzarlo" e perseguire, quindi, una precisa strategia politica che ha fatto presa sui neofascisti italiani, come ammette lo stesso vice Presidente di Casapound, Di Stefano; - Savoini e Murelli hanno avuto rapporti anche con Aleksandr Dugin, filosofo russo e fondatore del partito nazional bolscevico, sostenitore della fine della democrazia liberale, dell’inizio di un populismo integrale e di una rivoluzione illiberale, come lui stesso dichiara secondo quanto riportato da Report, il quale ha intervistato Salvini per Tsatgarad.tv, un’emittente voce di un sovranismo che fonde religione cristiana, lotta ai diritti degli omosessuali e difesa dei confini; - il proprietario di Tsatgarad.tv è Konstantin Malofeev, detto l’oligarca di Dio, plutocrate molto vicino al Presidente Putin, finanziatore di partiti di estrema destra in Europa e fondatore di una "Santa Alleanza" tra le associazioni ultratradizionaliste russe e le più potenti fondazioni della destra religiosa americana.

Malofeev, cui è stato vietato l’ingresso nell’area Schengen e al quale sono stati congelati tutti i conti presso le banche europee, alla domanda del giornalista di Report sul perché fosse stato scelto proprio il Carroccio come "sponda italiana", ha risposto "Perché debole culturalmente quindi più facile da infiltrare/affiliare"; - lo stesso Malofeev, che ha dichiarato a Report che Savoini gli avrebbe confermato di aver parlato di petrolio all’hotel Metropol di Mosca con alcuni avvocati russi, ha avuto stretti rapporti con Salvini dopo la sua elezione a Segretario della Lega e il suo (allora) portavoce Gianluca Savoini il quale, dopo aver fondato infatti l’Associazione Lombardia - Russia ha nominato come suo presidente, Alexey Komov, uomo molto vicino a Malofeev, che intervenne sul palco quando Salvini fu eletto Segretario; - dal 2013 a oggi Savoini e Salvini sono andati spesso a Mosca a incontrare Malofeev, il quale avrebbe continuato a finanziare un piano ultraconservatore attraverso una rete di fondazioni che parte dalla Russia, con la fondazione S. Basilio il Grande, e che passa da fondazioni americane, come la National Christian Foundation, fino ad arrivare a il World Congress of Families, un’organizzazione internazionale antiabortista e contraria alle unioni omosessuali, il cui vice Presidente è il suddetto Alexey Komov.

La ricostruzione fatta da Report dei rapporti intessuti dalla Lega da quando Salvini ne diventò il Segretario mostra l’esistenza di un disegno finalizzato alla nascita di un asse internazionale tra forze estremiste di destra, in cui Salvini e la Lega appaiono spesso come pedine; - si chiede di sapere: quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare al fine di fare al più presto chiarezza sui fatti allarmanti sopra riportati, che, al di là delle loro eventuali implicazioni penali, appaiono gravemente lesivi della sovranità del nostro Paese e tali da destabilizzare le radici e i valori fondanti della nostra democrazia.