Davide Casaleggio e i massimi dirigenti del Movimento Cinque Stelle sono convinti che in futuro il lavoro manuale che si svolge nelle fabbriche sarà sostituito da robot digitalizzati. In vista di questo radioso avvenire che libererà l’uomo dalla fatica fisica e gli consentirà di dedicarsi a un sano ozio pagato dall’assistenza dello Stato, i massimi responsabili grillini hanno pensato bene di accelerare i tempi almeno per quanto riguarda l’Ilva di Taranto e i suoi quindicimila lavoratori.

Così, con il tacito sostegno dei rappresentati del Partito Democratico, ex partito dei lavoratori, di Leu, partito fedele alla lotta di classe e al potere operaio e di Italia Viva che di queste vicende non si occupa considerandole "de minimis", hanno presentato e fatto approvare dal Consiglio dei Ministri un provvedimento che cancella l’immunità per i vertici dell’Ilva relativa agli atti del passato e spiana la strada alla chiusura dello stabilimento visto che nessun manager serio può pensare di gestire un’azienda con la certezza di venire incriminato per non aver rispettato in passato norme a tutela dell’ambiente adottate successivamente.

Chi pensava che il Movimento Cinque Stelle avesse ormai rinunciato alla promessa fatta in campagna elettoraledi chiudere l’Ilva, deve ammettere di aver compiuto un errore macroscopico. I grillini mantengono comunque le loro promesse. E anche se lo fanno seguendo percorsi tortuosi come quello escogitato e attuato in questa circostanza, non rinunciano mai a raggiungere il traguardo prefissato.

Ciò che colpisce della vicenda, però, non è la testarda determinazione del Movimento Cinque Stelle ma la totale passività mostrata dai partiti della sinistra tradizionale. Una volta si battevano per consentire alla classe operaia di andare in paradiso. Oggi accettano che la stessa classe operaia vada in Cassa integrazione e perda il proprio posto di lavoro. In nome della tutela della salute considerata prioritaria rispetto a quella del lavoro? Niente affatto. In nome solo dell’esigenza di non creare difficoltà ad un Governo che si divide su tutto tranne che sulla volontà di colpire in qualche modo i cittadini: con le tasse e con la lotta non all’evasione ma al lavoro dei poveri cristi.

ARTURO DIACONALE