Il Napoli è una squadra squisitamente tecnica e non ha la ferocia agonistica per infrangere la resistenza più tenace degli avversari. Non ne ha il fisico. È per questo che, quando la tecnica non basta, il Napoli non ha la soluzione di forza per prendere il sopravvento. Non incute paura. È il suo limite. Contro squadre chiuse, combattive, che non mollano un pallone, non ha l’alternativa della fisicità, il peso della fisicità per sfondare. Non è che il Napoli abbia un rendimento altalenante. È che nelle partite contro avversari molto agonistici, non riuscendo a mettere a segno il suo gioco di qualità, perde fiducia, perde il gusto del gioco, si deprime e carica a testa bassa senza lucidità. Si snatura e perde le sue sicurezze. La Roma ha forza e ha avuto la forza (nei contrasti) per controllare la partita e ha vinto. Non ha travolto il Napoli (un gol, un rigore e appena due conclusioni nella porta di Meret).

La difesa azzurra, criticata e criticabilissima (il calo di Koulibaly non può essere solo per la mancanza di Albiol), ha concesso poco alla Roma. Temendo gli azzurri, anche se visibilmente poco brillanti nella ripresa, la squadra giallorossa non ha forzato il gioco d’attacco, ma si è limitata saggiamente a tenere in pugno la gara. Il Napoli è questo. Bello e impossibile. La classifica del campionato è peggiorata non solo per i sette punti in meno rispetto all’anno scorso, ma anche per l’affollamento della zona Champions con l’inserimento di quattro squadre che sono notevolmente migliorate (Inter +3 punti, Roma +6, Atalanta +6, Cagliari +8). E, poi, è sicuro che Ancelotti crede in questa squadra, pur avendola definita bellissima, e che, al di là dei momenti di emozione, baci e abbracci, la squadra abbia un vero feeling con l’allenatore?

Riteniamo che siano stati legittimi ma esagerati gli osanna per le vittorie sul Liverpool (due salvataggi di Meret sullo 0-0) e a Salisburgo (tre salvataggi di Meret), ma ora sono esagerate le critiche per la sconfitta di Roma anche se pesa molto perché era uno spareggio-Champions. Proprio la Champions ritorna stasera col match contro il Salisburgo, quarta gara del girone. La squadra austriaca ha grande qualità tecnica (offensiva) ed è terribilmente veloce, ma perforabile in difesa. Dovrebbe essere la partita più gradita al Napoli se il campionato non ha inferto agli azzurri un calo di umore. In Champions il Napoli è capolista del gruppo e ha in tasca metà qualificazione agli ottavi. Se vince è già qualificato. È il Salisburgo che si gioca tutto al San Paolo. Gli serve assolutamente la vittoria. Per questo è doppiamente temibile. Verrà avanti a catapulta, non ha altra scelta. Il pareggio non gli basta.

Il Napoli ha l’occasione per cancellare incertezze e critiche. Non sarà uno scontro fisico, si giocherà molto sul piano tecnico. La velocità di gioco e di corsa farà la differenza. Il Napoli non sa gestire le partite e, perciò, sarà una sfida a viso aperto. All’andata il Salisburgo ha tirato molto (16 tiri a 11, 5-4 nello specchio). Il campionato austriaco non è un test attendibile, comunque il Salisburgo ha segnato 53 gol in tredici partite e l’accoppiata d’attacco Haaland-Daka ha segnato 24 gol (dodici a testa). Da tredici anni, col notevole avvento dello sponsor Red Bull, l’industria austriaca dell’omonima bevanda energetica (quattro miliardi di lattine vendute all’anno), il Salisburgo va tentando l’avventura in Champions. Dopo undici edizioni fra preliminari e play-off (44 partite, 20 vittorie, 10 pareggi, 14 sconfitte, 66 gol a segno), quest’anno gioca per la prima volta la fase a gironi ed ha l’attacco migliore (11 gol: tre più del Liverpool, sei più del Napoli).

Nello stesso periodo, il Salisburgo ha giocato una semifinale di Europa League (2017-18), due volte gli ottavi, tre volte i sedicesimi. La Red Bull, che investe mezzo miliardo di dollari l’anno in sponsorizzazioni sportive, oltre al Salisburgo sostiene il Lipsia, una squadra di calcio americana e una in Brasile, ha una affermata scuderia in Formula uno e assiste 456 atleti di tutte le discipline sportive. Un altro fattore, forse il più importante, che rende il Salisburgo ancora più temibile e fortemente attrezzato.

Mimmo Carratelli