La denuncia del Coordinatore del Pd in Sudamerica Fabio Porta esige quanto prima una risposta. Riavvolgendo il nastro, secondo alcune anticipazioni della manovra di bilancio che faticosamente sta trovando una quadra (e ripetiamo faticosamente), il contributo sulle domande di cittadinanza da presentare ai rispettivi consolati di pertinenza passerebbe da 300 a 600 euro.

Un raddoppio inaudito, senza alcun senso. Anche perché, a nostro giudizio, è un diritto più che legittimo chiedere il riconoscimento della propria cittadinanza e non dovrebbe essere neanche a pagamento. Ma addirittura portare il balzello a una cifra assolutamente spropositata è la prova provata che da Roma non c’è assolutamente la voglia di mettersi nei panni di chi vive all’estero. Il governo fa i pasticci, promette mari e monti ben sapendo che non è possibile perché i soldi sono quelli che sono: pochi, soprattutto per demerito della sciagurata politica che da qualche anno assistiamo in Italia.

E allora, avranno pensato le menti pensanti (eufemismo, sia chiaro) dell’esecutivo giallorosso, cerchiamo di prelevare del denaro da chi sappiamo certamente farà la richiesta per la cittadinanza iure sanguinis: gli italiani all’estero. Che, sappiamo benissimo, non navigano nell’oro. Come andrà a finire? Vigileremo, come sempre, anche perché la legge di bilancio cambia in Italia alla velocità della luce. Una legge di bilancio che, diciamola tutta, campa alla giornata, alla ‘bisogna’ diremmo. La sensazione è che alla fine questo aumento scellerato ci sarà e a pagarne le conseguenze, come sempre, saranno i cittadini e in questa precisa circostanza quelli che vivono fuori dal BelPaese.

Inutile negarlo, gli italiani all’estero non sono per niente tutelati. Anche l’attuale ministro degli Esteri Luigi Di Maio non si è mai espresso in tal senso, la sua perenne campagna elettorale non contempla la giusta considerazione che i cittadini che per esempio vivono in Sudamerica non solo meritano, ma debbono avere (chiaro, il bacino di utenza è minore rispetto a quanto può invece aspirare all’interno dello Stivale).

Per non parlare del sottosegretario di Stato del Ministero degli Affari Esteri Ricardo Merlo che a parte una dichiarazione ad un periodico brasiliano non si è mosso più di tanto... Come ha denunciato la senatrice Garavini presente ai lavori del Comitato di Presidenza del Cgie, in corso a Roma, "delusa dal fatto che il Sottosegretario Merlo al CGIE non si sia espresso chiaramente neanche contro un aumento dei costi per i servizi consolari...." ha dichiarato. E poi "smentita" da Mariano Gazzolla. Vicesegretario Cgie per l’America Latina e dirigente del Maie ( lo stesso partito di Merlo) che ha preso le difese del sottosegretario, precisando anche che Merlo non si considera "un rappresentante di governo", come l'ha interpellato la Senatrice, bensì un rappresentante degli italiani all'estero nel governo, che è cosa assai diversa.

E che Merlo avrebbe altresì garantito, davanti a tutto il Cdp riunito, che il MAIE non voterà mai in Parlamento contro l’interesse degli italiani nel mondo"… Vedremo, intanto quest’aumento da 300 e 600 euro è un problema, e anche grosso. Gli italiani all’estero pretendono rispetto e di non essere considerati l’ultima ruota del carro.

REDAZIONE CENTRALE