Cinque militari italiani sono rimasti feriti, questa mattina, in Iraq, per l'esplosione di un ordigno artigianale detonato al passaggio di un team misto di forze speciali. La notizia è stata confermata dallo Stato maggiore della Difesa. I soldati sono stati subito soccorsi, evacuati con elicotteri Usa (facenti parte della coalizione) e quindi trasportati in un ospedale Role 3.

UN PARA' AVREBBE PERSO LA GAMBA
In tre verserebbero in condizioni gravi (avrebbero riportato serie ferite alle gambe) e per un paracadutista, secondo le prime informazione,  sarebbe stato necessario ricorrere all'amputazione parziale di una gamba. Nessuno, però, è in pericolo di vita. Le loro famiglie sono state informate.

STAVANO ADDESTRANDO GLI IRACHENI
I cinque soldati, a quanto pare, sono stati investiti dall'esplosione nei pressi di Kirkuk. Facevano parte di un team composto da personale dell'Esercito e della Marina. In particolare, due dei feriti erano in forza al 9° reggimento "Col Moschin" paracadutisti  e gli altri tre al Gruppo operativo incursori "Comsubin" della Marina militare. Insieme, stavano svolgendo attività di mentoring and training (addestramento) a beneficio delle forze di sicurezza irachene impegnate nella lotta al Daesh, acronimo arabo di Stato islamico dell'Iraq e del Levante (l'Isis): stavano rientrando a piedi verso i loro mezzi quando sono rimasti vittima dell'attentato.

AVVISATI CONTE E MATTARELLA
Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, è stato messo al corrente dell'evento dal capo di Stato maggiore della Difesa, Generale Enzo Vecciarelli, e segue con attenzione l'evolversi della situazione. Dell'accaduto sono stati immediatamente informati anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il ministro, in queste ore di preoccupazione, esprime la più profonda vicinanza alle famiglie e ai colleghi dei militari coinvolti.

SEDICI ANNI FA LA STRAGE DI NASSIRIYA
L'attentato cade a pochi giorni di distanza dal 12 novembre, data in cui ricorre il sedicesimo anniversario dell'attentato di Nassiriya, che nel 2003, sempre in Iraq, provocò la morte di ventotto soldati, tra cui diciannove italiani e nove iracheni.