Un periodo (a dir la verità molto lungo) difficile per il MoVimento 5 Stelle alle prese non solo con le critiche che oramai quotidianamente riceve non solo dalle opposizioni e dalla stessa maggioranza, ma anche internamente. Già, perché non è un segreto che la galassia pentastellata sia oramai divisa in due parti: c’è chi continua a sostenere Luigi Di Maio e chi invece invoca la discesa in campo di Beppe Grillo con l’obiettivo di mettere da parte proprio l’attuale ministro degli Esteri. Insomma, il M5S sembra essere una bomba a orologeria pronta a esplodere in qualsiasi momento. E ieri Di Maio stesso è voluto scendere personalmente in campo, mandando un messaggio alla base cercando di frenare le polemiche interne. Non capendo che così peggiorerà la situazione. Ma si sa che chi nasce tondo non può morire quadrato. Di Maio sembra Attila: dove passa lui non cresce più l’erba e probabilmente i dissidenti che lo contestano questo lo hanno capito. "Chi di fronte alle vittime di Venezia e al dramma dell'Ilva preferisce guardarsi gli affari suoi, conosce la strada. Il MoVimento non lo piangerà". Un invito, insomma, a lasciare il M5S se non vi si crede più. Poi il solito attacco alla stampa, che in realtà altro non fa che registrare il malumore all’interno dei grillini che, insoddisfatti del proprio leader politico, lo criticano in talune interviste. Ma essendo Di Maio allergico alle critiche e ai principi della democrazia, sprigiona tutto il suo astio: "In un momento difficile per tutti e per il Paese, vedo che c’è qualcuno più interessato ad alzare polemiche inutili sul MoVimento, qualcuno che presta il fianco a una stampa che ci ha sempre disprezzato, che lo fa rincorrendo il suo ego, la propria visibilità, disinteressandosi di tutto quel che sta accadendo intorno a noi. Lo dico chiaramente: qui si lavora per cambiare il Paese. Chi è interessato a fare il gioco degli altri e del sistema può accomodarsi in un partito". Poi nel suo messaggio ‘a buoni intenditori’ le solite parole trite e ritrite sulla bontà del MoVimento che "si occupa dei problemi delle persone, il Movimento è quella forza politica - lo ricordo per chi non l'avesse ancora capito - che taglia le poltrone in Parlamento, che non prende tangenti sulle opere pubbliche e che quando fa una scelta di politica economica, la fa pensando all'ambiente e alla salute di tutti noi. Tutto questo si ottiene lavorando ogni giorno a testa bassa, non alimentando retroscena su qualche giornale compiacente". Aridaglie Di Maio, che sembra anche rievocare il modus pensandi (???) dell’epurato Danilo Toninelli, quello del ‘pancia a terra e lavoriamo’ epurato dal Conte bis. Poi un altro passaggio che, diciamolo francamente, sembra davvero cadere a pennello anche per lui: "Per carità, l'ego umano lo conosciamo, e quando il MoVimento è nato sapevamo bene che sarebbe potuto succedere che qualcuno di noi pensasse più ai suoi interessi che a quelli del Paese. Era una cosa prevedibile, nessuno si stupisce". Chissà, magari questo potrebbe averlo scritto guardandosi allo specchio, anche perché all’interno dei grillini c’è chi rinfaccia a Di Maio proprio questo. Ma lui, il ‘super uomo’, non sbaglia mai (a parte i congiuntivi). Avete notato che quando parla di cose da fare dice sempre ‘io farò, io dirò, io parlerò’ (atteggiandosi a grande statista, pensate voi) prendendosi i meriti di cose che poi puntualmente non farà perché ovviamente non in grado, mentre quando è costretto a giustificare le incredibili défaillance del suo operato passa al ‘noi abbiamo fatto, noi abbiamo detto, noi abbiamo parlato’. Del tipo ‘armiamoci e partite’…