"Senza un accordo su come accelerare il processo", il "rinvio della legge Bonafede sulla prescrizione" diventa, a dir poco, "inevitabile". Lo dice, in un'intervista rilasciata al portale Repubblica.it, il vicesegretario (ed ex guardasigilli) del Pd Andrea Orlando. "Il problema - spiega l'ex ministro ed oggi plenipotenziario dem - non è se io sono garantista, e lui forcaiolo. A me interessa l'equilibrio del processo". Per Orlando: "se la prescrizione viene bloccata dopo la sentenza di primo grado, lo Stato si deve assumere l'onere di garantire ai cittadini tempi certi del processo". "Non voglio ipotizzare che non si trovi un punto di equilibrio, le distanze si sono accorciate" prosegue poi il "numero due" del Nazareno. Noi, aggiunge "abbiamo avanzato delle proposte su come dare tempi certi al processo, se le nostre non vanno bene il ministro ne faccia altre". "Se il punto di equilibrio non si raggiunge" per l'ex ministro della Giustizia, "il rinvio conviene a tutti perché sennò si rischia di discutere la riforma in aula senza una posizione comune sulla prescrizione". Secondo Orlando "è apprezzabile lo sforzo del premier Conte e anche del ministro della Giustizia, al di là di qualche intemperanza, di trovare un’intesa". Dunque, è la riflessione del vicepresidente dei dem "portiamo in aula la riforma penale, quella civile e del Csm, su cui siamo d'accordo, poi arriva il 31 dicembre e scatta la nuova prescrizione su cui invece l'accordo non c'è? Conviene rischiare di andare divisi su un tema che si riproporrà nell'approvazione della riforma del processo?". "Per questo bisogna fare ogni sforzo prima di quella data per arrivare a un accordo soddisfacente sulla durata del processo" conclude Orlando.