L’omino di pan di zenzero - il "gingerbread man" - ha un ruolo, per quanto minore, nella moderna tradizione natalizia italiana. Non è però del tutto naturalizzato. L’omino italiano tende al "biondo" per via della scarsa presenza della melassa negli usi culinari della Penisola. Come molte altre penetrazioni culturali dell’ultimo secolo, parrebbe essere giunto in Italia attraverso gli usi anglosassoni.

Gli omini appaiono nella storia "ufficiale" relativamente tardi, nel XVI secolo, quando la Regina Elisabetta I d’Inghilterra chiese ai pasticcieri di Corte di preparare dei biscotti di zenzero raffiguranti i nobili più in vista del Regno. Dato il consumo che se ne fa - attraverso lo "smembramento" del dolciume - il gesto forse comportava anche un sottile messaggio politico. La ricetta di base, come anche la tradizionale forma umana, è probabilmente più vecchia. La preparazione originale, non molto cambiata nei secoli, deve il suo particolare sapore - oltre alla melassa - alla generosa presenza di un melangedelle principali spezie "riscaldanti": zenzero ovviamente, cinnamomo in una delle sue forme, chiodi di garofano e noce moscata. Erano - con il burro, le uova, farina di buona qualità e qualche volta un po' di scorza d’arancio - ingredienti molto costosi e non sorprende la particolare identificazione con la festività più sentita dell’anno, il Natale.

Negli ultimi tempi però è nato attorno a questi biscotti natalizi un interessante problema di design. Le rognose femministe anglosassoni hanno identificato negli omini - per definizione "maschi" - un’istanza di oppressione culturale. La questione ha avuto il maggiore impatto in Inghilterra, dove la catena nazionale di supermercati Coop ha ritenuto opportuno trovare una nuova forma "gender neutral"per i biscotti da mettere in vendita: delle "gingerbread persons"… Le soluzioni proposte perlopiù si basano sull’unificazione delle gambe, di modo che la parte inferiore del biscotto possa raffigurare una gonna o forse un grembiule. Oltre però all’evidente problema dello stereotipo femminile comunque presente, c’è un’altra difficoltà: i principali consumatori dei dolci sono i bambini, dei violenti per natura, forse come i cavalieri della Regina Elisabetta. Iniziano il consumo staccando uno per uno gli arti dell’omino per arrivare poi alla testa. La versione "femminile" del biscotto ha meno arti e pertanto piace meno al suo pubblico.

di JAMES HANSEN