È cominciata a San Paolo la mia prima visita come Vice Ministro in Brasile. Non poteva essere diversamente, considerando il peso economico dello Stato di San Paolo e la storica presenza italiana in questa parte del Brasile. Le maggiori imprese italiane sono insediate qui da anni, lavorano e investono in diversi settori: infrastrutture, comunicazioni, macchinari, agro business, turismo, costruzioni. Enel, Tim, Pirelli, Magneti Marelli, Costa Crociere, Atlantia, Gavio, Techint, Fca: sono solo alcune delle circa 1000 aziende italiane già presenti in Brasile, occupando in alcuni settori posizioni di assoluta rilevanza. Non solo, molti imprenditori brasiliani, soprattutto nelle regioni maggiormente sviluppate del Paese, hanno cognomi e origini italiane e questo legame storico crea spesso ragioni in più di collaborazione con il nostro sistema produttivo. Il maggior produttore mondiale di panettoni è un italo brasiliano di San Paolo, Bauducco.

"Si respira un’aria nuova in Brasile" ci dicono molti dei nostri operatori economici, facendo riferimento al programma di investimenti e privatizzazioni lanciato dal Governo brasiliano negli ultimi mesi. In effetti questo è un punto molto chiaro che tutti i nostri interlocutori - anche a Brasilia - tendono a sottolineare, pur partendo da punti di vista e opinioni diverse. Il Brasile sta uscendo da una fase di forte rallentamento della crescita, i bilanci non consentono grandi investimenti pubblici e, di conseguenza, la strada scelta dal Governo è quella di attrarre investimenti privati, stimolare e promuovere partnership, mettere sul mercato asset che possono essere modernizzati e gestiti in forma imprenditoriale. Ai programmi dello Stato nazionale si sommano quelli degli Stati federali ed è soprattutto a San Paolo - come ci ha spiegato il Vice Governatore Rodrigo Garcia - che si possono aprire ulteriori grandi opportunità per le nostre imprese. In questo momento, dunque, attrezzarsi per sostenere al meglio il sistema Italia in Brasile mi sembra uno dei compiti principali cui il nostro Governo può e deve dedicare il massimo di attenzione.

Il Ministro della Casa Civil Onyx Lorenzoni, con cui ho avuto una cordiale conversazione a Brasilia, sottolineando l’interesse registrato nella sua recente missione a Milano, ha ribadito l’importanza che il suo Governo attribuisce al nostro Paese come interlocutore per la realizzazione di questo ambizioso programma di investimenti. Sul piano più strettamente politico due questioni meritano di essere segnalate. La prima riguarda la dialettica tra Governo e Parlamento. A fronte di una forte connotazione ideologica del Presidente Bolsonaro e di diversi suoi ministri in Parlamento i numeri costringono il Governo a cercare mediazioni con una parte più centrista e moderata del sistema politico brasiliano. Il Presidente della Camera Rodrigo Maia è l’esponente di punta di questa dialettica. Nel nostro incontro ha teso a evidenziare lo sforzo del Congresso per introdurre misure di maggiore equità sociale nell’ambito delle riforme - quella delle pensioni così come quella tributaria - proposte dal Governo.

L’impulso alla crescita economica, se non accompagnato da una seria lotta alle diseguaglianze, può produrre tensioni sociali enormi. Questo - in estrema sintesi - il senso dell’iniziativa di ampie porzioni del Parlamento, in una dialettica con il Presidente e l’Esecutivo per molti versi inedita nel sistema brasiliano. Lo stesso incontro con il Presidente del Supremo Tribunale Federale, Dias Toffoli, ha confermato l’importanza della separazione e dell’equilibrio tra i diversi poteri istituzionali. Questa complessità è emersa anche nell’analisi che abbiamo ascoltato da personalità esterne all’agone politico come l’ex Presidente della Repubblica Fernando Henrique Cardoso e il cardinale di San Paolo Mons. Odilio Sherer. Più radicale - come è ovvio - l’opposizione del Pt che, a maggior ragione dopo la scarcerazione di Lula, sta di nuovo polarizzando il confronto politico senza tuttavia avere ancora individuato una strategia di medio-lungo periodo per costruire un’alleanza ampia che possa presentarsi come alternativa al Presidente Bolsonaro.

La seconda osservazione riguarda il terreno del confronto e della cooperazione politica tra Italia e Brasile. I rapporti bilaterali tra i nostri due Paesi sono tradizionalmente eccellenti. Oggi appare di primaria importanza assicurare una maggiore corrispondenza tra presenza economica e presenza politica dell’Italia in Brasile, discutendo delle convergenze ma anche delle possibili divergenze. Tra Paesi amici - come Italia e Brasile sono da sempre - il confronto aperto e franco è il modo migliore per individuare i tanti terreni sui quali è possibile e necessario cooperare per affrontare sfide comuni: sviluppo sostenibile, salvaguardia dell’ambiente, cooperazione economica, lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, rivoluzione tecnologica. Su questi "titoli" abbiamo concordato con il Vice Ministro degli Esteri Otavio Brandelli di rilanciare e aggiornare entro la prima metà del prossimo anno il Piano d’azione di partenariato strategico siglato tra Italia e Brasile dieci anni fa, elevando il dialogo - fin qui sviluppato tra alti funzionari - a livello politico.

Infine un brevissimo cenno al rapporto tra Europa e America Latina: sia Italia che Brasile auspicano la rapida conclusione del negoziato sull’Accordo di Associazione tra Ue e Mercosur. Questo tema implica un rapporto e un confronto positivo tanto con gli altri partner latinoamericani, prima fra tutti con quell’Argentina che proprio in questi giorni ha visto l’insediamento del nuovo Presidente Fernandez, quanto all’interno dell’Ue, tenendo sempre presente anche la valenza politico strategica, e certo non solo commerciale, dell’Accordo nel suo complesso.

MARINA SERENI

VICEMINISTRO ESTERI