Il libro del costituzionalista Michele Ainis "Demofollia" (editore La Nave di Teseo) raccoglie gli articoli (oltre 50) dell’autore apparsi negli ultimi tre anni su Repubblica e L’Espresso, riveduti e corretti. Poche pagine per ciascuno dei tanti vizi della nostra politica: con la vivacità, il sense of humor e la vastissima cultura, non solo giuridica, che fanno di Ainis un eccezionale editorialista.

Legge elettorale Dal 1948 al 2017 l’abbiamo cambiata 5 volte, ma fioccano ancora le proposte per nuove modifiche.

Parlamentari laureati Nell’assemblea costituente erano il 74,2%, oggi uno su tre è senza laurea. Dunque, oggi la politica riflette la componente culturalmente più arretrata del Paese.

I progetti di legge Fra aprile e luglio ne sono stati depositati, fra Camera e Senato, 1.888. Fra i più recenti, una legge contro l’emicrania.

L’iter delle leggi Ormai è normale che gli atti del Consiglio dei Ministri siano approvati "salvo intese". Con i ritardi inevitabili per la loro entrata in funzione e con i molti casi di "manine" che nei Ministeri cambiano le carte in tavola.

Le leggi mai nate Sono quelle sui partiti e sui sindacati, la prima "consona allo spirito della Costituzione", la seconda espressamente prevista dall’articolo 39 della nostra Carta, ma sempre osteggiata (con successo) dagli stessi sindacati.

Commissioni di inchiesta parlamentari Dovrebbero essere un fatto eccezionale, invece nel primo anno della Legislatura in corso ne sono state decise 34, sui temi più svariati. Un diluvio che trasforma i Legislatori in giudici.

La capocrazia La formula del "capo politico" ricorda la legge fascista che trasformò il "Presidente del Consiglio" in "Capo del Governo": un ritorno inquietante.

Partiti e sindacati Si parla da decenni della necessità - sostenuta anche dai Costituenti - di regolamentarne per legge l’attività ma non ci si è mai arrivati per l’opposizione dei diretti interessati. Per i partiti, siamo passati dal finanziamento pubblico a quello mascherato: "paga l’eletto, che a sua volta viene pagato dal capetto".

Enti pubblici Nel quinquennio 2011 – 2015 le nostre istituzioni pubbliche – in spregio al "Ministero della Semplificazione" - sono cresciute del 5,7%, giungendo a 12.874 unità (dati ISTAT).

La scuola Massacrata da un terremoto normativo permanente, con i risultati che si vedono. Condoni e carcere. Gli infiniti condoni hanno salvato per lo più evasori fiscali, affaristi spregiudicati e costruttori. Così, i laureati in carcere sono solo 514 su 54.072 reclusi, per due terzi immigrati e piccoli spacciatori

Referendum I Referendum sono da anni destinati al fallimento perché la legge impone ai proponenti l’autenticazione delle firme davanti a un pubblico ufficiale, con costi insostenibili. Fra le alternative possibili, Ainis ricorda la firma digitale.

Obiezione di coscienza Da decenni ostacola l’attuazione della legge sull’aborto. Ora il fenomeno si sta ripetendo per le nozze gay. Anche la legge sulle DAT troverà un forte ostacolo nel riferimento al codice deontologico dei medici, oltre che nel diritto alla obiezione di coscienza.

Immigrati La distinzione fra migranti politici e migranti economici è un falso giuridico. L’articolo 10 della nostra Costituzione prevede che "lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica". E fra le libertà previste dalla Costituzione c’è l’intero arco dei diritti sociali, compreso ovviamente quello di togliersi la fame. All’articolo 31 la Costituzione protegge esplicitamente i diritti del fanciullo. Nelle scuole italiane, però, studiano 800mila ragazzi figli di immigrati ma nati in Italia. Costoro potranno diventare cittadini italiani solo dopo i 18 anni ed un complesso slalom burocratico. "Non è soltanto ingiusto: è incostituzionale".

La Costituzione è un’utopia È l’amara constatazione con cui Ainis conclude la serie dei suoi articoli. Lo dimostrano i numeri sul lavoro, sulla scuola, sulla salute, sul massacro del paesaggio, sulle pari opportunità.

CARLO TROILO