Trump e Salvini entrambi sotto impeachment. Per il presidente Trump è impeachment formale, atto di accusa votato dal Congresso americano a maggioranza. La sede del giudizio per Trump sarà il Senato. Per gli Usa un dramma politico e nazionale: un presidente, un numero uno, un comandante in capo che forza, distorce le regole, le piega ai suoi interessi e scopi politici. Trump interpreta il potere presidenziale come superiore ad ogni altro e fin qui è nella tradizione e prassi americane. Ma superiore non gli basta come categoria di potere, Trump intende il potere presidenziale come incontestabile, nel senso che non gli si può opporre obiezione legislativa o costituzionale. Trump interpreta ogni limite o controllo imposto al suo potere come tradimento. In parole povere ma non lontane dal nocciolo della questione, Trump si sente e si comporta come il padrone della Corporation Stati Uniti d’America. Trump va sotto accusa e procedura di impeachment per due imputazioni: aver comandato agli ucraini di danneggiare con una indagine la famiglia Biden (Biden senior ex vice presidente Usa e forse candidato presidenziale dei democratici) e aver fatto ostruzione al Congresso, cioè aver tentato di impedire che il Congresso sapesse cosa e perché faceva il Presidente. Il fatto è che Trump considera da anni l’ostruzione al Congresso una sorta di dovere personale e nazionale. Per Trump la democrazia della bilancia poteri è inganno e impaccio, la vera democrazia è quella del rapporto diretto (magari via social) tra popolo e leader. In Usa impeachment a Trump è dramma civile nazionale perché il paese si spaccherà davvero su questo e le sue stesse istituzioni si torceranno e si contorceranno fino forse a procurarsi serio danno. Il Senato a maggioranza repubblicana assolverà il presidente Trump, ma lo farà su base politica e non giudiziaria. Trump userà e usa già l’impeachment ai suoi danni come clava contundente in campagna per la rielezione. I democratici che impeachment hanno promosso credono davvero Trump stia demolendo il sistema delle regole e garanzie americane ma temono anche che metterlo sotto impeachmente favorisca un secondo mandato per Trump, sia alla fine un boomerang elettorale per quel che sarà l’antagonista di Trump alle prossime presidenziali. Insomma la vicenda Trump impeachment farà sì che nella società americana e tra americani aumenti la diffidenza, l’ostilità, l’odio perfino. Un dramma. Da noi invece è farsa. Come altro può definirsi una vicenda dove la forza politica con più parlamentari pochi mesi fa ha votato per assolvere in pieno Salvini da ogni accusa e oggi si dichiara (Di Maio) pronta a votare perché Salvini vada a processo per le stesse azioni di cui era per M5S innocente pochi mesi fa? Innocente se amico al governo insieme, colpevole o comunque meritevole di processo se nemico all’opposizione. Come altro definire se non farsa? E farsesca la reazione di Salvini stesso: non solo l’atteggiarsi a martire ma sparare gli anni di galera che lo aspettano quando tutti sanno, lui per primo, che in un eventuale processo sarà assolto. L’accusa di sequestro di persona (nave Gregoretti, i 131 migranti tenuti a lungo a bordo per non farli sbarcare) la Magistratura ordinaria in sede di indagine l’ha già ritenuta non sostenibile, Ora la questione è stata riproposta per una sorta di dovere di ufficio dal Tribunale dei Ministri. E qui è partita la farsa all’italiana. Gridata, recitata, grottesca. Il dramma Usa si risolverà, forse, a novembre 2020 quando gli americani voteranno per Trump presidente ancora o per Trump cacciato dalla Casa Bianca per via elettorale. La farsa all’italiana al momento non ha nessuna data di scadenza.

LUCIO FERO