"Il treno che viene dal sud non porta soltanto Marie con le labbra di corallo e gli occhi grandi così, Porta gente gente nata tra gli ulivi porta gente che va a scordare il sole ma è caldo il pane lassù nel nord": era Sergio Endrigo, istriano di Pola, a cantarlo nel 1967. Non so se se ne sono ricordati e lo hanno cantato a bordo di "AttraversaTam" gli 87 "Terroni a Milano" che, a bordo di un autobus, hanno compiuto per questo Natale il viaggio inverso grazie al salernitano Stefano Maiolica di 25 anni, impiegato a Monza e autore del blog "Un terrone a Milano".

In un programma televisivo Stefano ha spiegato: "Ho deciso di agire perché ogni anno tantissimi giovani come me si trovano costretti a mettere in conto spese folli, insostenibili per tornare dalle proprie famiglie". E ha aggiunto: "A Napoli capita che chi ordina una caffè ne paghi uno in più, destinato a uno sconosciuto bisognoso. Noi abbiamo sfruttato questa idea proponendola agli sponsors". Dal cosiddetto "caffé sospeso" al pullman sospeso. Sospeso tra Nord e Sud, tra fantasia di chi lo ha inventato e generosita di chi lo ha reso possibile.Per pagare il noleggio del veicolo, su cui hanno trovato posto studenti, lavoratori e una famiglia di migranti meridionali, si sono offerte varie aziende, molte del Sud con punti vendita a Milano.

Ai passeggeri Stefano ha chiesto comunque una quota simbolica di 10 euro ma solo, ha precisato, "per comprare dei regali da donare a bambini di case-famiglia o che dovranno passare, purtroppo, il Natale in ospedale". Cantava ancora Endrigo oltre mezzo secolo fa: "Dal treno che viene dal sud discendono uomini cupi che hanno in tasca la speranza ma in cuore sentono che questa nuova questa bella società questa nuova grande società non si farà, non si farà". Parole purtroppo per certi versi tristemente profetiche, ma per questi giorni di festa a me piace immaginare volti di giovani, donne e uomini, non cupi ma radiosi per essere tornati a casa per Natale, a Napoli, a Cosenza, a Catania e che hanno tuttora in cuore qualche speranza di una società che un giorno potrebbe anche farsi.

Mi immagino la gioia sui volti di coloro che sono scesi dal "pullman sospeso" e ne ho colta anche su molte facce delle centinaia di migliaia di "Sardine" che hanno riempito le piazze di dicembre un po ovunque in Italia, in Europa e perfino a New York.

P.s. Piccolo personale desiderio per le feste: che qualcuno, forse di origine italiana, mi legga anche sulle spiagge uruguagie, magari su una spiaggia assolata di Punta del Este, e avevrta in cuore un desiderio di "gesti sospesi" o che magari si senta un po sardina... Feste serene a tutti in ogni caso.

PIETRO MARIANO BENNI