Alta tensione lungo l'asse Rio-Caracas. Il governo del Venezuela ha infatti accusato il Brasile di aver concesso rifugio ai responsabili di un attacco sferrato la settimana scorsa contro una base militare ubicata nel sud del paese. In una nota diffusa dal ministero degli Esteri, l'esecutivo venezuelano "rifiuta categoricamente la decisione del governo della Repubblica federativa del Brasile di dare la condizione di rifugiati ai cinque terroristi responsabili dell'assalto", costato la vita a un militare.
Il governo di Nicolas Maduro ha denunciato quella che viene definita una "insolita decisione" che conferma la trama di "protezione e complicità, recita ancora la nota, dei "governi satelliti degli Usa per aggredire la pace in Venezuela".
L'azione, prosegue Caracas, "è stata portata avanti da mercenari" che "hanno confessato i loro crimini". Nella nota, il Venezuela chiede alle "autorità politiche e militari del Brasile cosa sarebbe successo se il Venezuela avesse dato protezione giuridica a disertori del suo esercito, fuggendo da un attacco a istallazioni militari brasiliane, perpetrato per creare disordine nella popolazione".
Ma attacchi, per quanto accaduto contro la base militare venezuelana, sono stati sferrati, da parte del governo di Caracas, anche contro il governo peruviano e quello colombiano.
Secca la smentita dei diretti interessati. La Colombia ha, infatti, parlato di accusa "infondate" e "in mala fede", invitando la comunità internazionale a non prestare attenzione alle "azzardate accuse" del "regime illegittimo di Maduro". Anche il Brasile di Jair Bolsonaro ha "negato qualsiasi coinvolgimento nell'episodio", ha fatto sapere da parte sua il ministero in una nota alla stampa. Infine il Perù ha negato il suo presunto coinvolgimento. Il ministro degli Esteri peruviano, Gustavo Meza-Cuadra, ha respinto le dichiarazioni dell'omologo venezuelano, Jorge Arreaza, che ha accusato il governo di Lima di essere legato all'attacco. "Respingiamo le false dichiarazioni di Jorge Arreaza, che lega il Perù e il gruppo di Lima ad azioni di violenza occorse in Venezuela", ha scritto il ministro peruviano sul suo account Twitter.