La Befana porta un caso in Rai. Abituata a non negarsi nulla, soprattutto nel male, l’Ente di Stato ne combina una destinata a creare polemiche e scalpore. L’una e l’altra cosa peraltro già pervenute. Cittadina israeliana e italiana, da dieci anni negli Stati Uniti, giornalista palestinese, Rula Jebreal dichiara di essere al centro di un palese caso di censura. Conferme ufficiali non ce ne sono, gli indizi però sono univoci e concordati. Proposta da Amadeus a dicembre, in un incontro a Milano, la giornalista viene richiesta dal presentatore di affiancarlo sul palco durante una serata del Festival di Sanremo. L’edizione del 2000 celebrativa dei settant’anni della popolare storica rassegna canora italiana.

Rula Jebral e Amadues neppure si conoscevano. Lui gentilissimo con lei. “L’ho trovato impegnato a mettere al centro del palco dell’Ariston, oltre alle canzoni, anche una questione drammatica come la violenza delle donne”, rivela la giornalista nell’intervista che scoperchia la spigolosa questione.

La storia di una censura. Ad Amadeus ha raccontato del mio viaggio in Arabia Saudita dove ha incontrato Loujain Alhathoul, stuprata perché rivendicava il suo diritto di voto e di guidare l’automobile. “Gli ho parlato anche della mia amica yazida Nadia Murat, premio Nobel, coinvolta con me dal presidente Macron in un Comitato per l’eguaglianza. Abbiamo progettato di coinvolgere Michelle Obama o in alternativa Oprah Winfrey, per parlare di questi temi”.

Il risultato visto dalla parte di Rula Jebreal? Disastroso. “Io censurata perché rappresento l’Italia inclusiva e tollerante. E questo fa paura. A Sanremo avrei fatto un monologo sull’apertura al mondo su tematiche che non sono né di destra né di sinistra”.

La risposta della Rai? Ha telefonato pregando la giornalista di rinunciare. “Ho detto no. Si devono assumere la responsabilità della censura”. La notizia che la Jebreal ha dato la propria disponibilità scatena polemiche. Alcuni giornali, Il Secolo d’Italia, Libero, il Giornale, e diversi haters sui social ricordano che la giornalista israeliana sul Guardian aveva definito gli italiani “razzisti” e l’Italia “un Paese fascista”.

La Rai investita dalla bufera. Polemiche grosse, violente, al curaro. Non limitate ai giornali e ai social. Giampaolo Rossi, consigliere Rai in quota Fratelli d’Italia, chiede decisioni drastiche che non lascino spazio “a sentimenti divisivi”. Si schiera contro la partecipazione di Rula Jebreal al Festival di Sanremo anche Federico Mollicone, in Vigilanza Rai per Fdl. Laddove Salvini nega di essersi espresso per il no.

La notizia ufficiale della rinuncia alla presenza di Rula Jebreal sul palco dell’Ariston è datata 4 gennaio. I vertici di viale Mazzini sostengono di non voler trasformare il Festival di Sanremo “in un luogo per far politica”. Mentre Amadeus prova a difendere la propria scelta. “Non sarà un intervento politico”.  La giornalista respinge le accuse, dichiarandosi letteralmente allibita. “Intensificherò le mie presenze in Italia non solo per ricongiungermi con mia figilia. Ma per impegnarmi contro xenofobia e violenza sulle donne. Il mio sogno è un’Italia dove ci sia posto per Matteo Salvini ma anche per Liliana Segre. E se permettete, per me”.

Naturalizzata italiana, Rula Jebreral è consigliere del presidente francese Macron per il gender gap. La Rai la esclude dalla kermesse canora sanremese perché “divisiva e possibile fonte di polemiche, di cui la maifestazione non ha certo bisogno”. Oggi, intanto, in Rai è in programma la riunione prevista per l’esame della scaletta dettagliata degli ospiti. Oscuramento della Jebreal incluso. Voci di corridoio al settimo piano di viale Mazzini potrebbe partorire anche una decisione clamorosa: un ripensamento sulla giornalista.

La reporter contattata domenica sera. Sarebbe stato riattivato il canale tappato con l’invito perentorio alla giornalista di rinunciare alla presenza al Festival di Sanremo. Pretesa rispedita alla Rai per iscritto. L’epilogo dell’ambigua vicenda è atteso appunto oggi, in contemporanea con l’esito del vertice con l’amministratore delegato. Richiamato all’ordine dal governo giallorossa. “Viviamo un paradosso” ha twittato il ministro grillino Patuanelli. “Non si vuole trasformare il Festival in tribuna politica, ma si opera una scelta di esclusione politica preventiva, detta anche censura”.

È andata già addirittura più duro Davide Faraone, senatore dell’Italia dei Valori. “La discriminazione di Stato si piega al diktat di Salvini”. Laura Boldrini, pieddina, esorta il servizio pubblico a “valutare le competenze di una persona, non a inchinarsi alla prepotenza di chi insulta”. Il mondo del cinema si esprime con la voce del regista Gabriele Muccino. “Con il no a Rula Jebreal si perde un’occasione preziosa per conoscere il mondo attraverso i suoi occhi e per portare all’interno del Festival uno sguardo nuovo e necessario”.

I sostenitori di Rula Jebreal, in particolare del Pd, ritengono la Rai “ormai allo sbando, senza alcun controllo da parte dei vertici. Si dimettano tutti e chiedano scusa”.

Oggi ne sapremo di più, sapremo tutto. In relazione ai rapporti con l’attuale maggioranza politica, in Rai il clima è da resa dei conti.

di Franco Esposito