Saranno depositate giovedì mattina, in Cassazione, le 64 firme di altrettanti senatori che chiedono il referendum confermativo sulla legge che ha tagliato il numero dei parlamentari. Il termine per presentarli scade il 12 gennaio.
A questo punto la Cassazione ha un mese di tempo per verificare le firme e poi la palla passerà al governo che avrà due mesi per indire il referendum, che sarà senza quorum.
Verosimilmente si andrà a votare tra maggio e giugno.
Sessantaquattro firme rappresentano la soglia minima, che forse nella giornata di oggi sarà aumentata, con l'aggiunta di qualche altra firma, per non correre alcun tipo di rischio in casi di defezioni in extremis.
La legge, fortemente voluta dal M5S, venne approvata lo scorso 10 ottobre.
Ridurrà il numero dei deputati da 630 a 400 e quello dei senatori da 315 a 200, in aggiunta al taglio dei seggi dei deputati (da 12 a 8) e dei senatori (da 6 a 4) eletti all'estero.
I 64 senatori chiedono che siano gli elettori a pronunciarsi sulla riforma costituzionale.
Pertanto la norma approvata non potrà entrare in vigore a gennaio, in attesa che si celebri il referendum.
Secondo alcuni osservatori con questa mossa si accrescono le possibilità di andare al voto prima del referendum, perché si andrebbe a votare avendo a disposizione gli attuali 945 parlamentari.
Venerdì alle 10.30 il Partito Radicale consegnerà in Corte di Cassazione, piazza Cavour, le firme raccolte tra gli elettori per la richiesta del referendum sul taglio dei parlamentari. Seguirà conferenza stampa, alla quale saranno presenti il segretario e il tesoriere del Partito Radicale, Maurizio Turco e Irene Testa, nonché parlamentari, cittadini, e militanti del Partito Radicale.