Dalla 'video-cuffia' che funziona come un sistema di videocomunicazione mobile pensata per professionisti, operatori e volontari del mondo del soccorso, alla app che consente ai turisti di individuare dove essere ospitati per una cena in casa nella città che stanno visitando; dal dispositivo per individuare sesso, età, emozioni e interpretare lo sguardo grazie alle immagini di una videocamera, a quelli che rilevano il livello di inquinamento in ambienti chiusi o la presenza di una persona, anche se questa è assolutamente immobile. Sono le proposte di alcune delle 47 start up italiane, provenienti da 13 regioni, presenti al Consumer Electronics Show (Ces) di Las Vegas.

Per questa terza missione Tilt - fondata da Area Science Park e dalla privata Teorema e che organizza la missione negli Usa - e Agenzia Ice, portano a Las Vegas giovani imprese operanti nei settori Smart home, Wearable, Health & Wellness, Vehicle e eCommerce/enterprise. Per la prima volta, poi, spiega il presidente di Teorema, Michele Balbi, "sono presenti 9 start up a guida femminile e 9 green e abbiamo coperto i 13 cluster proposti al Ces".

L'obiettivo, sottolinea, è offrire alle nuove eccellenze italiane l'opportunità di presentarsi a investitori e aziende internazionali. In tre anni, ricorda dal canto suo Stefano Casaleggi, direttore generale di Area Science Park, Ente nazionale di ricerca triestino, "abbiamo investito 1 milione di euro, presentando circa 150 aziende alla Fiera". Nel tempo, dunque, la presenza italiana è cresciuta sia in termini "qualitativi e quantitativi".

Tilt e Ice hanno organizzato nel padiglione Italia (circa 800 metri quadrati), l''Investors Night'. Una serata cui hanno partecipato circa 250 tra investitori e aziende per conoscere il vivaio di talenti Made in Italy. Un appuntamento che ha registrato "il crescente interesse nei confronti delle nostre start up da parte degli investitori non soltanto come potenziali investitori ma anche in qualità di partner operativi della nostra creatività", ha fatto sapere Balbi.

Il prossimo passo, conclude Casaleggi, è provare ad "ampliare l'internazionalizzazione e la visione dei mercati su cui investire, puntando su e-health e sensoristica e guardando non soltanto agli Usa ma anche alla Germania e Israele".