Riecco la Lazio a stretto giro di posta, stasera quarti di finale di Coppa Italia al San Paolo, partita secca, dieci giorni dopo il grazioso regalo degli azzurri allo squadrone di Simone Inzaghi (0-1 all’Olimpico).

La sfida si annuncia col clamore delle undici vittorie consecutive della Lazio in campionato e una raffica di trenta gol e nella dispersione di punti, gol, vittorie ed energie del Napoli di Gattuso capace di fare peggio del Napoli di Ancelotti per disgrazia ricevuta.

A inizio della crisi (nona giornata) il Napoli di Re Carlo fece 4 punti i cinque partite contro i 3 punti di Gattuso, l’indegno discepolo.

Si piange l’accasamento del pluridecorato tecnico di Reggiolo a Liverpool (Everton), condizione maledetta che impedisce oggi di richiamarlo sulla panchina del Napoli mentre Gattuso, pur di ribaltare tutte le scelte di Carletto tornando a un famigerato 4-3-3, si offre alle ripetute sconfitte di questi giorni.

In serie B con Gattuso è il sogno delle starnazzanti vedove di Ancelotti. Come si legge nella Genesi di Castelvolturno, dove Gattuso è stato scaraventato, sottratto al paradiso terrestre delle sue marine di Calabria, poiché tu Gattuso hai sostituito Ancelotti sii maledetto e polvere mangerai e moltiplicherai le tue sconfitte e con dolore partorirai alcuni pareggi e le vittorie ti saranno negate.

Al di là di questi veleni e vecchi merletti, che razza di partita giocherà e che chance ha il Napoli stasera? Ti con zero scriverebbe Italo Calvino. Non c’è partita, non c’è illusione.

Che cosa si saranno detti, allenatore e squadra, nel ritiro deciso da entrambi? Quali veleni percorrono ancora il corpo azzurro? Come si esce dalla crisi mentre il calendario propina avversari di grosso calibro, Inter, Lazio, Juventus, sulla via crucis del Napoli perché lo schianto e il pianto siano più forti?

I media sguazzano sulla crisi azzurra come non farebbero e non hanno mai fatto su identici affanni torinesi o milanesi. Spaccature, clan, litigi vengono raccontati in reportage dal fronte di guerra di Castelvolturno. Tutti hanno una spiegazione e i nomi dei responsabili risalendo al peccato originale dell’estate scorsa, calciomercato sbagliato e Ancelotti già in discussione nonostante i karaoke di Dimaro.

Sulle scelte di Gattuso pesano indiscrezioni secondo le quali l’allenatore si sarebbe “consegnato” ai delusi di Ancelotti, rivoluzionari nello spogliatoio e reazionari sul campo.

Lo scadimento tecnico è figlio di un ciclo finito e dell’affanno di superarlo col contorno di vari disagi della truppa azzurra. L’importante sarebbe sapere come se ne può uscire. È allarmante, se è vera, la “risposta” dei giocatori: “Non sappiamo come uscirne”.

Sfumati i segnali di ripresa mostrati contro la Lazio all’Olimpico così come sfumarono le esaltanti prestazioni contro il Liverpool.

La squadra non è del tutto finita se riprenderà a giocare di squadra e non per iniziative individuali, frenate dalla paura di sbagliare e dalle incertezze sulla giocata migliore. Ci vorrà proprio il coraggio di sbagliare sveltendo il gioco, rischiando, mettendoci un po’ di furore agonistico.

Alle situazioni di crisi solo i giocatori possono rimediare ritrovando solidarietà e mutua assistenza sul campo.

Non è pensabile che la Lazio, fortemente in corsa in campionato, giocherà stasera con un impegno “relativo”, pensando al derby di domenica con la Roma.

La Coppa Italia è un suo preciso obiettivo, detentrice del trofeo, ed è assistita dalla forma smagliante di questo momento.

Gattuso opererà alcune scelte importanti per avere in qualche ruolo elementi più freschi e promettenti. Non sarà sufficiente, il Napoli è schiacciato da un pronostico contrario.

Ma potrebbe scattare l’orgoglio del confronto “ad alto livello” per sfoderare una prestazione sorprendente. Resta l’emergenza in difesa (giocatori contati). Si spera nel recupero di Mertens. I dubbi sono tanti. Nel disincanto c’è il rifugio nella banalità dettata dalla disperazione: il pallone è rotondo…

di Mimmo Carratelli