Già, pare proprio che ci si avvii verso un: tremila euro e non se ne parli più. Una soluzione parente del pochi, maledetti e subito che spesso ci si acconcia ad accettare se si è creditori e cui spesso i debitori puntano, come si dice, accedono. Una soluzione forse perfino saggia ma che di innovativo sul piano niente meno che dell’etica pubblica ha veramente nulla. Succede quando l’etica pubblica, ribattezzata per il popolo onestà, la si riduce, la si concepisce e la si minimizza, sì minimizza, ai soldi. Soldi, soldi, soldi… l’animus iniziale del cittadino a cinque stelle germoglia da questo seme: i soldi nostri che quelli, gli altri, si mangiano. La Casta è quella che si ciba e vive pasciuta dei soldi dei cittadini…la politica è il luogo dove i soldi dei cittadini vengono sottoposti a sequestro, ricettazione, mercato,arraffo…Il sistema è quello dove gli altri (imprese, appalti, multinazionali, banche, governi, Stati…) si prendono i miei soldi…

L’ossessione dei soldi è alla base dell’etica a cinque stelle. Quindi, coerentemente, la prima e fondamentale promessa di M5S giunto in Parlamento e poi al governo fu: restituiremo i soldi al popolo. Come? Cominciando a ridare al popolo il papà di tutti i soldi sottratti al popolo: lo stipendio dei parlamentari. E quindi via a stilare burocratici conti di quanto serve a un parlamentare per vivere e operare, tanto per viaggiare, dormire, mangiare…il resto da restituire al popolo. Comincia così la storia, rivelatasi alla fine triste (e anche qua e là tragicomica) dello stipendio dei parlamentari restituito al popolo. Quella che appunto oggi sembra vada a chiudersi…a forfait. In principio fu il quanto da restituire. E si teorizzò che con 2500 euro al mese il parlamentare campava, il resto: restituire! Poi, subito a dire il vero, ci si accorse che 2500 erano pochini. E quindi il quanto restituire divenne da variabile indipendente dello stipendio del parlamentare, una somma dipendente invece da calcoli e contro calcoli. Fu la stagione degli scontrini: tu fammi vedere quanto hai speso, porta gli scontrini e io popolo ti defalco da quanto mi deve restituire quello che hai speso.

Già, ma non tutti spendono uguale in quantità e qualità e chi ci mette il timbro del popolo sullo scontrino? Non solo l’indeterminatezza di fatto sul quanto restituire, anche la questione dello a chi mettere in mano i soldi? Il fondo per le piccole aziende sembrò una buona idea ma, ovviamente, prima di arrivare a un’azienda in carne e ossa, i soldi vanno versati su un conto. Conto intestato a chi? Ovviamente ai responsabili e vertici del MoVimento. MoVimento, M5S che nel frattempo ha anch’esso bisogno di strumenti politici e organizzativi. Ad esempio la piattaforma Rousseau. E così pian piano (neanche tanto piano) M5S scopriva niente meno che il finanziamento al partito, quella roba che più o meno i parlamentari di tutti gli altri partiti fanno (molto spesso di malavoglia) da anni, decenni. Restituire al popolo sì. Ma anche un po’ a Rousseau che è la voce del popolo. E quale popolo, chi del popolo? Qualcuno lo deve decidere, qualcuno deve amministrare il conto sui cui i parlamentari M5S versano mensilmente (dovrebbero). Ma qualcuno, più d’uno, comincia a non versare o a farlo saltuariamente, i ritardi nei pagamenti si accumulano. E si vestono di varie ragioni. Il tengo famiglia numerosa, lo spendo più del previsto per fare politica, il non mi fido di come vengono utilizzati e redistribuiti quei soldi…

Qualcuno ha obiezioni serie e reali, qualcuno è lecito sospettare ci marci. Sta di fatto che si crea una lista di morosi molto lunga, tanto lunga che a buttarli tutti fuori dal partito per mancata restituzione al popolo finisce che finisce M5S. M5S non può permettersi dopo i già non pochi andati via per ottime e pessime ragioni altre espulsioni o fuori uscite dai gruppi parlamentari. Se applica in pieno la regola secondo cui chi non paga e salda, M5S finisce per dare vita ad altri gruppi parlamentari e di smagrire tanto tanto in Parlamento. Quindi meglio finire a forfait che finire a… Storia triste che però non poteva finire altrimenti. E non per il tristo argomento che anche quelli di M5S, che anche loro come tutti gli altri… No, la storia del restituire al popolo, qualunque storia del genere non può che finire in maniera triste.

Perché si basa su due menzogne tossiche. La prima che ha intossicato in profondità il senso comune: la menzogna che, aboliti i soldi per il Parlamento e i parlamentari, la ricchezza scorra libera e copiosa per i cittadini. La seconda: i soldi dei cittadini che vanno in istituzioni sono soldi inutili e sprecati. Queste due menzogne tossiche non le spargono e propalano e spacciano e iniettano solo quelli di M5S. Altrettanto fa la propaganda della destra alla Salvini e Meloni e spesso corriva, per pavidità o sopraggiunto populismo democratico, è la sinistra. Per non parlare della comunicazione su carta e soprattutto in tv. Però M5S sull’ossessione dei soldi ci è nato e quindi è particolarmente triste vedere come la realtà abbia ricondotto l’ossessione dei soldi e il sogno del tutti ricchi tranne la Casta a un conguaglio, un forfait, praticamente la restituzione al popolo ridotta a una rottamazione di cartelle.

LUCIO FERO