Lo ha comunicato agli italiani e ha dato disposizione ai senatori della Lega di votare in Commissione (e in aula?) perché il Senato autorizzi il processo. Dunque Salvini in pratica si è come costituito per poter di fronte ai giudici meglio provare la sua innocenza? Non proprio, proprio no. Magari Salvini la racconta e la fa raccontare così, ma, se si è come costituito, lo ha fatto di fronte agli elettori. Non certo di fronte alla legge o alla magistratura.

Processo a Salvini? Campa cavallo, ci vorrebbe in ogni caso tempo, non poco. E ci vorrebbero passaggi e decisioni della Magistratura che probabilmente non verranno o non andranno in direzione di un processo. Il processo a Salvini oggi non c’è nella realtà delle cose. E’ un processo immaginario e fatto immaginare. Al massimo, il processo a Salvini nella realtà è un’ipotesi resa meno probabile da tanti se e molti ma. Primo: il Sì della Commissione del Senato non autorizza nessun processo davanti a nessun Tribunale. Manda solo la questione all’aula del Senato. Secondo: l’aula appunto del Senato, il voto di tutti i senatori. Anche ammettendo che anche l’aula dopo la commissione non ponga il veto ad eventuale processo, il nulla osta della Camera di appartenenza non è, non equivale ad un via libera al processo. Salvini ci gioca, gioca a suo favore non vedere e non far notare la differenza, Salvini ci gioca, la semplificazione giornalistica ci casca felice di caderci, nell’equivoco e nell’errore. Terzo: l’eventuale nulla osta del Senato non comporta né l’arresto né la condanna di Salvini. Che resta uomo libero tal quale era prima anche dopo che il Senato avesse detto alla magistratura: potete procedere. Quarto: la procedura a questo punto è lunga, alquanto contorta e ha buone probabilità di finire in archiviazione e non in un processo. Quinto: primo passo della procedura è da parte del Senato il rinvio degli atti al Tribunale dei ministri. Sesto: il Tribunale dei ministri deve a questo punto attendere decisione, scelta e pronuncia della Procura di Catania. Se Procura di Catania non promuove azione tutto si ferma. Settimo: se Procura di Catania si muove, allora Gip deve decidere se chiedere o no rinvio a giudizio. Ottavo: la Procura di Catania è quella da sempre chiaramente orientata verso l’archiviazione in fattispecie analoghe. Archiviazione e non rinvio a giudizio.

Quindi niente processo. Ah, di cosa si tratta nel concreto? Salvini ministro degli Interni i migranti che voleva fossero suddivisi e spartiti tra Italia e altri paesi europei li poteva/doveva tenere in mare o poteva tenerli nei centri di accoglienza a terra in attesa dell’accordo di smistamento? Li ha tenuti in mare ad oltranza per forzare la mano a francesi, tedeschi, spagnoli, portoghesi che poi alla fine un bel po’ di quei migranti se li son presi o li ha tenuti in mare ad oltranza per le tv e gli elettori italiani? E, soprattutto, a norma di leggi nazionali e internazionali, un ministro degli Interni ha leggi da rispettare o in nome del consenso di popolo può fare come ritiene più opportuno? Di questo si tratta, anzi di questo si sarebbe trattato in teoria, questa era la questione. Ma si parla, si tratta, si plaude, ci si indigna per il processo a Salvini che non c’è e probabilmente non ci sarà. Salvini recita le sue prigioni con la stessa attinenza alla realtà delle cose di uno che vende pozioni miracolose che curano dalla calvizie al cancro, basta farsi colare il liquido che tutto cura facendolo scendere dalle orecchie… E gli altri, il Pd, M5s, la cosiddetta maggioranza? Come ha con precisione titolato in prima pagine un quotidiano della destra "Se la fanno sotto". Anche alla sola parola processo a Salvini se la fanno sotto, anche se il processo non c’è. Perché hanno coscienza sporca sui migranti tenuti a bagno maria in mare (M5S), perché hanno coda di paglia sull’immigrazione e perché hanno una fifa blu. Di Salvini, del suo fantasma, perfino di uno spaventapasseri vestito alla Salvini avrebbero timor panico.

di ALESSANDRO CAMILLI