Un paese in rivolta. Vogliano togliergli la cosa più cara. Progettano di portargli via il simbolo e un pezzo di storia. "La vita della nostra valle e di noi valligiani". Gli abitanti di Crodo, in Valle Antigorio, Piemonte. "Giù le mani dal Crodino", il coro di 1400 residenti, disperati in presenza dell’ipotesi che l’aperitivo biondo che fa impazzire il mondo possa traslocare a Novi Ligure, provincia di Alessandria. "Dove, e questo va detto, non esistono fonti naturali". Laddove a Crodo l’acqua sgorga tranquilla dalla sorgente Lisiel, a duecento metri dal paese. Il sentimento non conta, tantomeno la storia. Domina il business, e in questo senso operano i danesi della Unibrew, proprietari del marchio acquistato da Campari nel 2007. Crodo non ci sta, non accetta, si rifiuta. Ferma l’opposizione dell’intero paese all’idea che il Crodino venga trasferito altrove. "L’analcolico biondo è nato qui, a Crodo, lo dice il nome. È un pezzo delle nostre radici, l’abbiamo inventato noi". Salvo imprevisti, il figlio prediletto di Crodo sarà trasferito altrove. Laddove l’accordo Campari-Unibrew prevedeva che il Crodino sarebbe stato imbottigliato nel luogo di nascita fino al 31 dicembre del 2020. Campari, in realtà, aveva provato a spostare la produzione a Sulmona già nel 1996. Proteste diffuse e la minaccia di adire le vie legali avevano bloccato tutto. Ma questa volta è diverso, pare non ci sia carta bollata che tenga. Malgrado la ferma opposizione dei sindacati e dei cittadini. No al trasloco. Non è una questione di occupazione, è semplicemente una questione di identità e di limpido orgoglio. Unibrew ha incrementato la produzione di Oransoda e Lemonsoda. Sarebbe quindi facile assorbire buona parte delle venti persone assegnate alla linea del Crodino. L’aperitivo biondo che fa impazzire il mondo è una creazione dell’industriale Marco Mantovani, responsabile del Centro studi Piero Ginocchi. "Una scommessa un po’ folle", ricorda Maurizio Gozzellino, il re delle erbe che nel 1995, dopo decine di prove, inventa la ricetta del Crodino, segreta come quella della Coca Cola. "Fare un analcolico eccelso a Crodo è facile. Il difficile è inventarne uno che centrasse il gusto medio". Il Crodino biondo dalla formula magica. La bottiglia monodose del Crodino è diventata un oggetto cult. La ricetta di erbe e aromi resta praticamente segreta. "Biondo che piace" è lo slogan iniziale delle prome bottigliette che escono dallo stabilimento di Crodo. Nel 1996 l’azienda lancia lo spot del Conte Dracula e di Frankstein: un grande successo di pubblico. E quando "al bar di Dino arriva il gorilla" lo spot diventa fonte di esilaranti gag. Volevano chiamarlo Picador, ma un’azienda di Trieste aveva un liquore con quel nome. Poi è prevalsa l’idea di legare per sempre il destino della bevanda a quello del paese. "Se Cinzano ha il Cinzanino, Crodo avrà il Crodino". Le prime bottiglie escono dallo stabilimento di Crodo il 28 luglio 1965. In 53.856 esemplari. Il Crodino tira, sfidando addirittura l’ira del Vaticano. La proprietà Ginocchi arruola Brigitte Bardot per gli spot di Carosello e traduce dal film "E Dio creò la donna", non gradito in ambito ecclesiastico. Come pure lo slogan "Natura Bionda". Un grande successo, Crodino è sulla bocca di tutti. Travolto dallo scandalo del colorante E123, Campari riesce a ritirare il bitter Campari per qualche tempo. Strada libera per l’aperitivo biondo grande rivale. La produzione si attesta su tempi sbalorditivi, gli impianti lavorano ventiquattro ore su ventiquattro. Ginocchi vende l’azienda all’olandese Bols, che gira l’azienda a Campari. Una sorta di nemesi storica. Il Crodino ceduto a colui che ne era stato il grande rivale. "La nuova proprietà ha difeso bene il marchio", riconosce il creatore Marco Mantovani con notevole dose di fairplay. Di pari passo con il trasloco di Crodino a Novi Ligure, i danesi intendono incrementare le esportazioni. Sulla scia del successo planetario conseguito da Aperol. A breve l’appuntamento per la fusione delle due aziende. Crodo sollecitato a farsi una ragione del trasferimento annunciato a Novi Ligure. "Dove sono riusciti a evitare la delocalizzazione di Pernigotti". Però Crodo non ci sta, abbracciata alla storia e all’orgoglio di paese. "Il Crodino è nato qui, da noi. Impossibile pensarlo trasferito altrove.

FRANCO ESPOSITO