Forse ci siamo. L’ora giusta è adesso, a quanto pare e si sussurra nei corridoi di Viale Mazzini. Schiacciato dal pressing del Tesoro, l’amministratore delegato Rai, Fabrizio Salini, d’intesa col cd, dovrebbe oggi procedere alle nuove nomine. I primi cambi riguarderebbero i Tg. Pressato anche dal Pd, Salini propone Mario Orfeo, 53 anni, napoletano, ex dg Rai, alla direzione del Tg3. Giuseppina Paterniti, 63 anni, lascerebbe la poltrona a Orfeo in cambio della guida di RaiNews 24. L’attuale direttore di questa testata, Antonio Di Bella, andrebbe alla direzione degli Approfondimenti Rai. Uno degli incarichi più ambiti nell’ambito dell’azienda di Stato delle Telecomunicazioni. Tutte qui, le nomine? Chiesta dal Pd, la controrivoluzione all’assetto imposto dal precedente governo gialloverde M5S-Lega, è destinata ad attendere. Il Cda Rai in programma oggi servirà solo un antipasto di rivoluzione. Per il pasto completo bisognerà attendere. Intanto, "brindiam brindiam nei lieti calici", e accontentiamoci. In quel marasma politico che la Rai è diventata, è già qualcosa. Comunque vada, sarà un successo. Soprattutto se l’opposizione in consiglio riuscirà a scaraventare giù dalla poltrona Gennaro Sangiuliano. Il direttore del Tg2, leghista e imposto da Mattia Salvini, ai tempi in cui il capo della Lega dettava legge sulle nomine Rai. "Ci devo pensare, devo ancora trovare la quadra", diceva ancora ieri l’ad Salini. Appare chiara la più logica delle conclusioni: un accordo complessivo ancora non c’è, a poche ore dalla riunione del cda. Però qualcosa si è mosso, non molto, ma il massimo possibile in queste difficili condizioni di contrasti laceranti. Al resto il grande capo penserà con calma, magari quando M5S e Pd torneranno a parlarsi. Si torna all’accordo di novembre, sfumato allora di un niente alla vigilia del cda che avrebbe dovuto ratificarlo. Salini sa di essere alle corde. Il capo della Tv di Stato non può più tergiversare, tentennare, rinviare, o stare fermo. Deve rispondere agli imput spediti da una consistente maggioranza del Tesoro. E rielaborare il tutto. Salini si rende conto di aver tirato troppo la corda. Capisce che la quinta fumata sera nell’arco di tre mesi risulterebbe indigesta al Pd. Dovesse indugiare oltre, il partito di sinistra gli sfilerebbe davvero la poltrona da sotto le natiche. La vigilia del cda si è ingolfata di consultazioni a largo raggio. Mediazioni infinite fra i consiglieri nel tentativo di mediare fra "i veti grillini e le pretese dei dem". Il primo incontro dell’ad con Rita Borloni, consigliere in quota Pd, e col rappresentante dei dipendenti, Riccardo Laganà. Salini poi a colloquio con Beatrice Coletti, manager indicata dai Cinque Stelle. In conclusione tutti nella sua stanza, al settimo piano della sede Rai. Alla ricerca della quadra impossibile da trovare e da realizzare: una soluzione condivisa. Il Pd avrebbe voluto il cambio anche al Tg2. Il quirinalista Luciano Ghelfi sarebbe rimasto nell’orbita del centrodestra, ma meno schiacciato sulla Lega come il direttore Gennaro Sangiuliano. Una risposta al drastico calo degli ascolti che affligge tutti i notiziari Rai. Fra le richieste è apparsa anche quella di Andrea Vianello ("Mi manda Rai3", ricordatre?) alla direzione di RaiSport, che è come la vecchia zita, tutti la vogliono ma nessuno la piglia, e di Carlo Fontana, responsabile del Tg Lazio, alla condirezione della TgR. Dove imperano due giornalisti indicati da Salvini. La bomba è esplosa al termine della lunga riunione di martedì. Il direttore Gennaro Sangiuliano, in bilico al Tg2, sarebbe il candidato preferito di Salvini alla carica di governatore in Campania. L’antagonista potenziale del presidente regionale uscente Vincenzo De Luca e di Stefano Caldoro, il candidato sostenuto da Berlusconi. L’ex premier leghista ritiene Sangiuliano la persona giusta alla guida della Campania. La figura civica, vagamente terza, esterna ai partiti. L’indicazione salviniana incontra comunque la ferma opposizione di Berlusconi e le perplessità di Sangiuliano. Il direttore vorrebbe continuare a fare il giornalista, non briga per entrare in politica. Spera in una conferma al Tg2. Salvini vuole prendersi Napoli e la Campania, pronto ad occupare il territorio. Incontrato un gruppone di imprenditori nell’atelier del re delle cravatte, Maurizio Marinella, a piazza Vittoria. Il salotto buono di Chiaia, dove un tempo trovava porte spalancate Silvio Berlusconi. In serata è salito sul palcoscenico del teatro Augusteo, gremito. Fuori, le contestazioni dei centri sociali, carabinieri in assetto antisommossa, tafferugli, cori "vergogna, vergogna", e le proteste delle Sardine. E la luce che salta proprio mentre lui parla al microfono dal palco. Un tiro mancino, un sabotaggio, o che cosa? In vista delle elezioni a maggio, Napoli e la Campania sono già un Vietnam.

FRANCO ESPOSITO