Ancora una volta modelle troppo magre in passerella. A lanciare un grido d'allarme - a partire in particolare dalla sfilata di Gucci alla Fashion Week Milano - è la modella curvy Elisa D'Ospina che lancia una petizione su Change.org per dire ancora una volta no a immagini che rischiano di influenzare pesantemente e in negativo anche tanti giovani. Da tempo, però, anche in Parlamento si discute di queste tematiche. Sono del 2018 due proposte di legge, una alla Camera e una al Senato che affrontano l'argomento. Una a firma della deputata M5s Azzurra Cancelleri e una della senatrice Pd Caterina Bini.

"E' da tempo che mi batto su questo fronte - evidenzia Bini - anche perché le malattie alimentari sono la seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali". La proposta di legge che la vede come prima firmataria ha già fatto una parte del percorso parlamentare arrivando, a luglio, prima della crisi di governo, fino alla discussione degli emendamenti. Mancherebbero, dunque, pochi passi (tra cui anche il parere della commissione Bilancio) al primo ok e poi alla calendarizzazione in Aula. "Io - sottolinea Bini - sto cercando di fare pressione perchè venga portata all'esame dell'Assemblea al più presto".

"Va messo un freno - continua - ai siti web che pubblicizzano una visione della bellezza come estrema magrezza". E, inoltre, serve "appoggiare le famiglie" rendendo organica una proposta di approccio multidisciplinare alla questione che metta insieme il fronte medico, quello psicologico e quello del lavoro sul reinserimento. La proposta di legge Bini, in discussione in commissione a Palazzo Madama, prevede in primis il riconoscimento "come malattie sociali" dell'anoressia, della bulimia e delle altre patologie inerenti i disturbi gravi del comportamento alimentare. E indica una serie di progetti obiettivo, azioni programmatiche e iniziative dirette a prevenire e curare queste malattie. All'interno della proposta di legge le indicazioni riguardanti le agenzie di moda alle quali viene vietato (pena multe fino a 100mila euro) di avvalersi di modelle che non abbiano un certificato medico o il cui certificato attesti un indice di massa corporea di "grave magrezza o sottopeso".

Sul punto specifico delle passerelle insiste invece la proposta M5s. Il testo, depositato nell'aprile 2018, prevede l'obbligo nelle sfilate o nelle campagne pubblicitarie di modelli o modelle con indice di massa corporea superiore a 18,5. Le case di moda sono tenute, inoltre, a mettere a loro disposizione uno psicologo o un terapeuta durante l’orario di lavoro. Il suo iter a Montecitorio non è, però, mai partito.

di ALESSANDRA CHINI