In queste giornate in cui è davvero importante restare a casa il più possibile, per evitare i rischi di contagio da Coronavirus e anche per evitare di mettere in pericolo i nostri cari e tutti i cittadini, molte persone stanno sperimentando una inedita forma d’ansia: cosa fare del proprio tempo libero "forzato", come riempire le giornate senza poter uscire di casa o dovendo fare a meno delle abitudini quotidiane.

Sono convinto che i mezzi di comunicazione di massa possano rappresentare, in questo momento, uno strumento molto prezioso per trasformare due problemi in una potenziale opportunità. Parliamo e discutiamo molto spesso dei dati relativi al livello di alfabetizzazione del paese, al numero troppo basso di laureati, ai deficit di competenze e di conoscenze di quote significative della cittadinanza. Dall’altro, come detto, c’è una richiesta di trovare modalità nuove e virtuose di passare il proprio tempo in giornate in cui la paura del Coronavirus si mescola con la fatica di un cambio forzato delle proprie abitudini.

La televisione, la radio (soprattutto quelle del servizio pubblico), i giornali potrebbero decidere di occupare parte del proprio palinsesto alla cultura, all’istruzione, all’approfondimento, persino alla pedagogia. Era già accaduto a metà degli anni ’50 con "Non è mai troppo tardi", la trasmissione che grazie al Maestro Manzi ha letteralmente insegnato la lingua italiana a milioni di persone; non dobbiamo vergognarci di immaginare che possa essere questo il momento giusto per pensare ad una sua attualizzazione, anche perché siamo in una situazione di emergenza non troppo dissimile a quella che si sperimenta durante un conflitto.

Non ignoro le logiche commerciali dei media e non mi aspetto un cambio radicale dei palinsesti; allo stesso tempo siamo in una situazione eccezionale; il pubblico che potrebbe assistere a questo genere di trasmissioni sarebbe molto superiore rispetto al solito e forse una decisione del genere aiuterebbe tutti noi a vivere queste settimane come un’occasione di scoperta e di conoscenza, e non solo come un terribile avvenimento. Non è mai troppo tardi!

MASSIMO BRAY

DIRETTORE GENERALE DELLA TRECCANI