Coronavirus, che prezzo paga l’Italia alla politica sanitaria degli ultimi vent’anni? Alto alto. Non è questione di destra o sinistra, tutte le regioni ci hanno messo le zampe e le zampine. Tutti sono colpevoli uguali. Se non avessimo semi sfasciato la sanità pubblica (e la scuola…?), chiudendo una marea di ospedali e finanziando sempre meno la Sanità pubblica (37 miliardi di euro di minori stanziamenti in 10 anni), avremmo avuto meno perdite di vite umane. Mancano molte migliaia di medici e infermieri rispetto quanto sarebbe necessario. Privatizzare, privatizzare, privatizzare…. Ma a vantaggio di, appunto, di privati: e a svantaggio della popolazione. Le Regioni alle cliniche e ospedali convenzionati rimborsano fino al triplo di quanto rimborsano o non fanno pagare ai privati per cure e affini. In Lombardia Comunione e Liberazione ha una notevole forza "sanitaria". E ora si sbatte la faccia contro il muro. In termini assoluti il finanziamento pubblico negli ultimi 10 anni è aumentato di 8,8 miliardi, crescendo però in media dello 0,9% annuo, meno dell’inflazione media annua. Un taglio che porta a un più basso livello di assistenza: si accredita la cifra di oltre 70.000 posti letto persi nel decennio e di 359 reparti chiusi. I dati dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) aggiornati al luglio 2019 indicano per l’Italia un livello inferiore alla media europea in fatto di spesa sanitaria totale, anche pubblica: dietro di noi ci sono solo i Paesi est europei e Europa Spagna, Portogallo e Grecia. Nel periodo 2009-2018 l’incremento della spesa sanitaria pubblica è stato solo del 10% contro la media OCSE del 37%. Risultato: siamo scesi a 3,2 posti letto per mille abitanti, contro i 6 della Francia e gli 8 della Germania. E il guaio di questo virus, che fino ad ora ammala e ammazza meno delle comuni influenze, è che aggredisce i polmoni in maniera tale, specie per gli anziani, da dover richiedere molto spesso il ricovero in terapia intensiva e i letti per le terapie intensive o sono finiti o stanno finendo. Quindi si pongono problemi drammatici, anzi tragici. Perché il guaio di questo virus, che fino ad ora ammala e ammazza meno delle comuni influenze, è che aggredisce i polmoni in maniera tale, specie per gli anziani, da dover richiedere molto spesso il ricovero in terapia intensiva e i letti per le terapie L'ospedale di Padova intensive o sono finiti o stanno finendo. Quindi si pongono problemi drammatici, anzi tragici. In Italia la vita media è – fonte 2019 – di 80,8 anni per gli uomini e 85,2 per le donne, cioè in media 83 anni a testa. In Cina è – fonte 2016, ma non credo che in 3 anni la situazione sia radicalmente cambiata – di 76,5 anni. 6,5 anni in meno rispetto l’Italia. La nostra abbondanza di anziani spiega l’abbondanza di decessi, sia per il Covid-19 che, NON dimentichiamolo, per le influenze "normali". Anche se purtroppo muoiono anche giovani, però non ci sono cifre. Fino a qualche giorno fa la media dell’età dei morti per il nuovo virus era di 81 anni. E con malattie pregresse. Tutte cose che certo non riducono la gravità della situazione, ma la mettono nella sua giusta luce, senza fare di tutte le erbe un fascio. Secondo il dottor Carlo Federico Perno, del Niguarda di Milano, la mortalità in Italia da questo virus è tra lo 0,3 e lo 0,5%, mentre in Cina è tra il 3 e il 3,5. Cifre, quelle italiane, MOLTO sotto quanto si legge e si sente. Sono rimasto molto sorpreso a sentirlo dire queste cifre, ma non credo che Perno se le sia inventate. Le ha dette in una video intervista a Forum Salute di Repubblica che figura, con altre due video interviste ad altri personaggi, in un articolo sempre di Repubblica. Dall’articolo in questione apprendiamo che la distanza di un metro raccomandata tra una persona e l’altra in pubblico è aria fritta: i cinesi hanno concluso che di metri ce ne vorrebbero almeno 4,5. I cinesi hanno costruito in fretta ospedali da campo, ospedali temporanei fatti con prefabbricati, adibiti apposta al Covid-19, e speso cifre enormi in ricerca del vaccino. Perché noi in Italia non facciamo altrettanto? Perché non usiamo anche noi i prefabbricati per creare nuove strutture ospedaliere per fronteggiare l’emergenza? Però in molti abbiamo preso in giro i cinesi scrivendo che quella dell’ospedale da mille posti messo su in una settimana a Wuhan era una fake news…. Manca il personale sanitario? Ora che stanno per tornare alla normalità, potremmo chiedere ai cinesi di mandarci in aiuto una task force. Loro di personale pare ne abbiano in abbondanza. E non sono miserabili come la Germania, che – assieme alla Francia – ci nega le forniture a pagamento delle mascherine…. La stessa Germania che ha infettato l’Italia! Le mascherine dobbiamo farle arrivare dall’Africa. Il governo Conte dichiara l’intera Italia zona rossa. E governatori regionali come Zaia già sbraitano prima del nuovo decreto che per il Veneto le restrizioni sono indebite, "lo dicono gli scienziati". Ehhhh, c’è anche il virus della politica fatta a cavolo.

PINO NICOTRI