Purtroppo è arrivato anche qua, in Uruguay. Quattro i casi accertati di coronavirus. Venivano da Milano... Non vorremmo dover esordire, con la classica affermazione: "Lo avevamo detto". Né ci piace assumere il ruolo scomodo delle Cassandre o, se preferite, dei profeti di sventura. Ma non vi pare che da queste parti si stia prendendo un po' sottogamba l'emergenza coronavirus? Ok, l'America Latina sembra, almeno adesso, sembra più o meno immune alla diffusione del temuto virus. Alle nostre latitudini, infatti, non sembra esserci traccia del temuto contagio da Covid-19, anche se in Sud America ci sono già stati infettati con il primo morto in Argentina. Chissà, sarà forse per l'effetto del clima (questo lo sanno solo gli scienziati) oppure per... mera volontà di Dio.

Però, a ben vedere: non era così a gennaio anche in Europa, quando il morbo sembrava essere limitato alla sola città cinese di Wuhan? Prendete il caso della penisola italiana: clima temperato, tipico del bacino mediterraneo, con aria mite e soleggiata. Una Nazione lontana migliaia di chilometri dalla Cina. Eppure anche lì l'infezione è arrivata, dilagando ben presto in tutto il Nord del Paese e poi, via via, fino alle principali regioni del Mezzogiorno. Perché allora noi dovremmo sentirci al sicuro? Solo perché siamo distanti dalla Cina? Di grazia: cosa ci renderebbe immuni da un virus che dal Paese della "Grande Muraglia" è arrivato fino in Norvegia, mietendo vittime anche in Iran e Stati Uniti?

Mi corre il dubbio che, presi dalla recente ubriacatura post voto legata all'elezione di Luis Alberto Lacalle Pou a nuovo presidente, qui da noi si viva ancora come in un clima sospeso di "festa perenne" che ci sta portando a dimenticare un'emergenza che pure è lì, ferma sull'uscio, pronta a bussare alle porte delle nostre case! Prendiamo il caso del Regno Unito. Fino a non più tardi di un paio di giorni fa in Inghilterra ancora si giocavano le partite di calcio a "porte aperte" con migliaia di tifosi assiepati sugli spalti. Negozi, cinema, bar e ristoranti erano aperti e la gente se ne andava a zonzo, in strada, come se nulla fosse. Più o meno la stessa cosa registrata in Francia, sia pur con qualche distinguo (lì almeno le gare di Champions sono state disputate senza pubblico). Di punto in bianco, però, ecco il premier Boris Johnson avvisare i suoi concittadini dicendo loro, ahilui, che molte altre famiglie avrebbero perso prematuramente dei loro cari a causa del coronavirus e che, pertanto, era sconsigliabile imbarcarsi in gite scolastiche e viaggi. E che bene avrebbe fatto chiunque accusasse febbre alta e tosse, a mettersi in auto-isolamento.

Oibò, cosa è mai successo, di così improvviso, a Londra, da aver spinto il premier britannico a questa repentina giravolta? Ci si è per caso resi conto che il coronavirus è un problema molto serio anche oltre Manica e che pertanto non va sottovalutato? E noi, allora? Cosa stiamo aspettando? Perché non ci prepariamo a fronteggiare una minaccia che, se presa in tempo, può fare meno paura? Perché facciamo spallucce come se il problema non fosse nostro? Il nostro consiglio è quello di fare come gli italiani: prendiamo esempio da loro. Prendiamo esempio dallo Stivale. Prepariamoci. Iniziamo ad attivare le prime, fondamentali misure di precauzione, come ad esempio: lavare più spesso (e meglio) le mani, evitare di toccare bocca, naso e occhi e rispettare le distanze di sicurezza. Cominciamo a rimpolpare gli organici negli ospedali, in particolare nei reparti di terapia intensiva. E vediamo dove e perché mancano i macchinari per la ventilazione assistita, così da poterci procurare l'occorrente alla bisogna.

Insomma: armiamoci, indossiamo l'elmetto, il giubbotto anti-proiettile e imbracciamo simbolicamente il fucile. Perché, sì, quella contro il virus è proprio come una guerra. D'accordo. Può darsi che mai nessuno esploderà il primo colpo. E tutti quanti noi speriamo e preghiamo, in cuor nostro, che così proprio sia. Ma perché farci cogliere alla sprovvista caso mai dovesse essere il Covid-19 a premere per primo il grilletto? Bene ha fatto il governo a sospendere il festival Montevideo Rock e proprio ieri mattina proibire lo sbarco di croceristi a Punta del Este... Ma occorre più comunicazione specifica... non allarmi ma prevenzione, prevenzione... Perché non si è fatto nulla per prevenire, controllare aeroporti e porti? Il buquebus per esempio... quanti asintomatici sta trasportando??? Dove sono quei politici che fino ad ieri continuavano a strombazzare costruzioni di nuovi consolati a Montevideo e nel mondo??? Perché non hanno messo in guardia sui rischi che corriamo invece di autoelogiarsi??? Sono spariti?

Nemmeno una parola, nemmeno "FATE ATTENZIONE AL CORONAVIRUS!!!!! COMINCIATE A FARE CONTROLLI...." Proteggetevi... vi prego, non date ascolto a chi dice che non è grave. Se potete restate a casa e se uscite guanti e mascherine. Non andate in nessun bar, pub e discoteche e restate 2 metri lontano da chiunque. Solo per un paio di settimane... come prevenzione... Fatelo per favore perché ho la sensazione che da queste parti non ci si è ancora resi conto della situazione. Che è grave in tutto il mondo... questo mondo che ha bisogno di capire che il virus non conosce confini. Per favore prendete esempio dall'Italia e prendete provvedimenti perché altrimenti la catastrofe è molto vicina..