La vicenda legata al Coronavirus sta raggiungendo il limite del paradosso e anche qui in Uruguay, dove il 50 per cento della popolazione è di origine italiana, è partita una sorta di caccia ai nostri connazionali. Stiamo assistendo a qualche scena a dir poco assurda, con qualche portiere di stabile che per esempio nega l’accesso agli italiani o spruzza disinfettante al loro passaggio o qualche altro che scrive lettere minacciose (vedi all'interno) accusandoci di aver offeso l'Uruguay e cose similari. Del tipo insomma ‘vade retro Satana’. Episodi per fortuna isolati - SPERIAMO RESTINO TALI - ma che rendono l'idea del clima di caccia alle streghe che si sta cominciando a respirare in queste ore. Mai ci saremmo aspettati di dover assistere a episodi di puro razzismo sanitario legato non al colore della pelle o dalla provenienza, ma dalla diffusione del Coronavirus. Nel 17esimo secolo Alessandro Manzoni scriveva ne ‘I promessi sposi’: "Nella chiesa di sant’Antonio, un giorno di non so quale solennità, un vecchio più che ottuagenario, dopo aver pregato alquanto inginocchioni, volle mettersi a sedere; e prima, con la cappa, spolverò la panca. Quel vecchio unge le panche! gridarono a una voce alcune donne che vider l’atto. La gente che si trovava in chiesa (in chiesa!), fu addosso al vecchio; lo prendon per i capelli, bianchi com’erano; lo carican di pugni e di calci; parte lo tirano, parte lo spingon fuori; se non lo finirono, fu per istrascinarlo, così semivivo, alla prigione, ai giudici, alle torture". Ora, nel 21esimo secolo, sembriamo essere tornati indietro di 400-500 anni. Vi sembra possibile questa caccia agli untori italiani? In questo momento c’è bisogno di essere più uniti che mai e giustamente prendere tutte le precauzioni del caso, ma senza tornare necessariamente nel Medioevo. Non ci sono streghe da scacciare, ma popoli uniti ( anche quelli uruguaiano e italiano) che devono pedalare insieme, uniti contro il virus. Come? Osservando le indicazioni che da qualche giorno anche il governo del nuovo presidente Lacalle Pou ha messo in campo. Cari amici uruguaiani e italouruguaiani, gli italiani non sono untori, come non lo sono stati i cinesi che una volta risolta la propria emergenza sono scesi in campo proprio per dare una mano a un’Italia in difficoltà. Sembra davvero lontano il tempo in cui ( non solo ) in questo Paese, il passaporto italiano era visto come un traguardo: 134mila già concessi e decine e decine di migliaia di cittadinanze in richiesta alla cancelleria consolare di Montevideo... Tra qualche anno ci ritroveremo tra le pagine dei libri di scuola e non sappiamo cosa verrà scritto. Ma sappiamo cosa ricorderemo. Ricorderemo che gli italiani sono stati definiti untori da paesi come la Germania da cui proviene il paziente zero e del quale ha ben taciuto l'esistenza. Ricorderemo i francesi che ci hanno deriso, poco prima di 'puffare' il virus. Di americani che ci vogliono dar lezioni, mentre lasciano morire i loro connazionali che non hanno l'assicurazione per curarsi. Ricorderemo però anche gli italiani che scappano impauriti, quelli che non rispettano le direttive e quelli irresponsabili. Ma soprattutto ricorderemo quelli che non si sono potuti fermare un attimo neanche volendo. Medici, infermieri, oss, forze dell'ordine, vigili del fuoco, farmacisti e parafarmacisti. E giornalisti, tipografi, edicolanti che ogni giorno con grandi sacrifici e anche perdite continuano a lavorare in condizioni critiche per informare il mondo e le collettività italiane nel mondo...Ci ricorderemo dei commercianti e dei professionisti che invece hanno deciso di chiudere solo per coscienza civica, rischiando di non sopravvivere economicamente. Gli insegnanti di tutti i livelli, gli educatori e i genitori che cercano di orientare e orientarsi in questo caos. Della generosità di chi ha donato in favore degli ospedali. Ci ricorderemo di un paese come la Cina, che in molti abbiamo sottovalutato, darci un esempio incredibile di efficienza e disciplina e una prova di solidarietà e generosità veramente grande, che in pochi si sarebbero aspettati. Chissà se i libri di scuola racconteranno della vigliaccheria dell'Europa, dei tagli che negli anni alcuni politici impreparati e corrotti hanno fatto alle colonne portanti del nostro paese, soprattutto alla sanità, per ingrassare le casse di quei paesi che ci hanno letteralmente preso a calci nel sedere. Quando tutto sarà passato, perché passerà, ricordiamocelo tutti quanti che ci siamo rialzati, nonostante gli sgambetti. Rialziamo la testa e tendiamo la mano a tutti non solo a chi ce l'ha tesa. Agli altri, una piccola piccolissima parte, per fortuna, ai denigratori imbecilli, a quelli che continuano a trattarci come gli untori del Manzoni, che resti solo il disprezzo per il loro comportamento incivile e razzista.Concluderei questa mia riflessione con una frase utilizzata da Dacia Maraini: "Il fanatismo ottenebra e rende ottusi e crudeli. Eppure il fanatismo è talmente radicato nel cuore dell’essere umano che, non trovando di che nutrirlo da fonti esterne, lo nutre di se stesso". A buon intenditor poche parole...

MIMMO PORPIGLIA