Un sabato pomeriggio come tanti: con passeggini, famiglie e tantissime persone in giro. Accade in Giappone come se il Coronavirus non li riguardasse. Come mai? In rete sta girando il video di un farmacista romano, Cristiano Aresu, che sul suo profilo Facebook racconta come in Giappone stiano salvando vite grazie all’uso di un farmaco antinfluenzale, l’Avigan che avrebbe la capacità di bloccare il progredire della malattia, se somministrato per tempo. È davvero così? L'articolo appare sul numero di ieri di Repubblica. Che non si tratta del tutto di una bufala lo dimostra il fatto che il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha annunciato che domani partirà la sperimentazione anche in Italia. Subito dopo si è pronunciata anche l'Aifa, chiarendo che si riunirà domani la Commissione tecnico-scientifica per valutare.

IL ‘CASO GIAPPONE’ E IL RACCONTO SU FACEBOOK In Giappone si stima che ad oggi ci siano molte meno vittime e anche persone contagiate. Cristiano Aresu, 41 anni, che per lavoro va spesso nel paese del Sol Levante, ha postato video su Facebook di ciò che accade a Tokyo, impazzando sui social. "L’Avigan è un antinfluenzale fino a poco tempo fa venduto in farmacia: qui hanno scoperto che somministrato ai primi sintomi di coronavirus, accertati con il tampone, blocca il progredire della malattia nel 91% dei casi", racconta Aresu nel video dando per scontate e reali le potenzialità del farmaco che sono invece tutte da dimostrare. La gente spaventata e in cerca di una soluzione sta condividendo il video a ritmi vorticosi.

COSA SAPPIAMO SU AVIGAN Il medicinale di cui si parla nel video di Facebook si chiama Favipiravir ma tra i non addetti è meglio noto con il nome di Avigan. Si tratta di un farmaco antivirale sviluppato nel 2014 dal gruppo giapponese Fujifilm Toyama Chemical (una consociata di Fujifilm) e che in questi giorni, a quanto pare, si sta rivelando una manna dal cielo per curare i pazienti affetti da Covid-19.Secondo Zhang Xinmin, direttore del Centro nazionale cinese per lo sviluppo della biotecnologia (un’ala del ministero delle Scienze cinese), il farmaco in questione sembra avere "un livello elevato di sicurezza ed è chiaramente efficace nel trattamento". Secondo l’esperto, chi lo ha utilizzato avrebbe "negativizzato il virus in quattro giorni".

LE PRECISAZIONI DELL’AIFA Favipiravir (nome commerciale Avigan) è un antivirale autorizzato in Giappone dal marzo 2014 per il trattamento di forme di influenza causate da virus influenzali nuovi o riemergenti e il suo utilizzo è limitato ai casi in cui gli altri antivirali sono inefficaci. "Il medicinale - chiarisce l'Aifa in una nota - non è autorizzato né in Europa, né negli Usa. Ad oggi, non esistono studi clinici pubblicati relativi all’efficacia e alla sicurezza del farmaco nel trattamento della malattia da Covid-19. Sono unicamente noti dati preliminari, disponibili attualmente solo come versione pre-proof (cioè non ancora sottoposti a revisione di esperti), di un piccolo studio non randomizzato, condotto in pazienti con Covid-19 non grave con non più di 7 giorni di insorgenza, in cui il medicinale favipiravir è stato confrontato all’antivirale lopinavir/ritonavir (anch’esso non autorizzato per il trattamento della malattia Covid-19), in aggiunta, in entrambi i casi, a interferone alfa-1b per via aerosol. Sebbene i dati disponibili sembrino suggerire una potenziale attività di favipiravir, in particolare per quanto riguarda la velocità di scomparsa del virus dal sangue e su alcuni aspetti radiologici, mancano dati sulla reale efficacia nell’uso clinico e sulla evoluzione della malattia. Gli stessi autori riportano come limitazioni dello studio che la relazione tra titolo virale e prognosi clinica non è stata ben chiarita e che, non trattandosi di uno studio clinico controllato, ci potrebbero essere inevitabili distorsioni di selezione nel reclutamento dei pazienti".

LO STUDIO CONDOTTO IN CINA Dalle varie informazioni che circolano, si apprende che già in passato, in sperimentazioni condotte su animali, il Favipiravir aveva dimostrato efficacia contro i virus influenzali, il virus del Nilo occidentale, il virus della febbre gialla, il virus afta epizootica e altri flaviviru, arenavirus, bunyavirus e alphavirus. È stata dimostrata l’efficacia anche contro gli enterovirus e il virus della febbre della Rift Valley. Ora per il Favipiravir si attenderebbe l’approvazione del governo giapponese per l’uso su vasta scala sui pazienti contagiati da Covid-19, poiché inizialmente era destinato a trattare le complicanze relative all’influenza. A quanto si apprende, la Cina sta ora conducendo dei trial medici con 340 pazienti coinvolti e i risultati sarebbero "incoraggianti". Le condizioni polmonari dei pazienti affetti da Coronavirus, infatti, sarebbero migliorate nel 91% dei casi dopo aver assunto Avigan. Stando alle ultime informazioni diffuse, inoltre, pare che ora il farmaco verrà prodotto in Cina con licenza giapponese.

L’ANNUNCIO DELLA SPERIMENTAZIONE IN ITALIA Proprio in queste ore, arriva – sempre attraverso una diretta Facebook – l’annuncio di una sperimentazione su Avigan anche in Italia. A farlo è Luca Zaia, governatore del Veneto: "Sta girando un video di un farmaco giapponese, l'Avigan. Noi siamo all’avanguardia nella sperimentazione dei farmaci. Vi informo che l'Aifa ha dato l'ok anche per questo farmaco che verrà sperimentato anche in Veneto, spero che da domani si possa partire", ha detto su Facebook. Anche l'Aifa è intervenuta: "La Commissione Tecnico-Scientifica di AIFA rivaluta quotidianamente tutte le evidenze che si rendono disponibili al fine di poter intraprendere ogni azione (inclusa l’autorizzazione rapida alla conduzione di studi clinici) per poter assicurare tempestivamente le migliori opzioni terapeutiche per il COVID-19 sulla base di solidi dati scientifici. In particolare, nella seduta di domani, lunedì 23 marzo, la Commissione si esprimerà in modo più approfondito rispetto alle evidenze disponibili per il medicinale favipiravir".

IRMA D'ARIA