Coronavirus, pietose bugie. Non fanno bene, sopratutto per il dopo. Pietose bugie oggi ammalano il dopo. Pietose bugie raccontate oggi, perché le verità a raccontarle oggi risulta incauto, corrodono la fiducia, il fidarsi collettivo di una società. Pietose bugie corrodono la fiducia e renderanno più difficile il dopo, molto più difficile. Perché le pietose bugie fanno presto a diventare diritti nella testa della gente cui sono raccontate e nelle aspettative della pubblica opinione. E altrettanto presto faranno le pietose bugie ad essere smentite dalla realtà. Creare questo conflitto tra ciò che si è raccontato e promesso alla gente e ciò che davvero è il reale non è un buon affare. Non un buon affare per la politica, cioè per la cosa pubblica. Non un buon affare per l’ordine pubblico. Non per la democrazia. Non un buon affare perfino per la difesa dei nostri soldi, risparmi, aziende, salari, stipendi, negozi, botteghe…

Pietosa e pericolosa bugia è quella del reddito di quarantena o di emergenza o di quel che si voglia a tutti e per tutto il tempo dl coronavirus. Già oggi (oggi!) sono in atto misure e spese di integrazione al reddito per 13,5 miliardi al mese (al mese!). Quanto si pensa, se si pensa, possa reggere una cassa collettiva, uno Stato, destinando almeno 25 miliardi al mese solo alla distribuzione di redditi di assistenza? Un mese, due, tre? Pietosa e pericolosa bugia è quella dello stampiamo denaro, che problema c’è? Anche stampassimo denaro quanto ce ne pare, a un certo punto sarebbe appunto denaro che pare, pare e non è. Anche stampassimo denaro, anche non in euro (a questo di fatto ci sta pensando mica poco Bce), sotto il denaro deve esserci una sostanza (dicasi un sottostante) che ne definisce il valore, il potere di acquisto. Altrimenti la banconota inesorabilmente declina verso la carta straccia. Quale valore sotto il denaro stampato a volontà e a piacere se non hai stra e stra e stra finanziato la ripresa della produzione? Tendenzialmente scarso, tendente allo scarsissimo.

Pietosa e pericolosa bugia è quella del nessuno perderà il lavoro. Le stime più caute, anch’esse pietose, fissano a una su dieci le aziende oggi chiuse e che non riapriranno. Pietosa bugia quella del 2020 anno senza tasse. Senza tasse per tutto l’anno, senza tasse per tutti tutto l’anno stipendi e pensioni per tutto l’anno non arrivano. Pietosa bugia quella del facciamo tutto il debito che ci pare e paghiamo tutto, qualunque cifra. Debito va fatto e in grande quantità, da parte degli Stati di tutto il mondo. Debito e tanto per finanziare le fabbriche quando ricominceranno a produrre, per sostenere le piccole aziende, per aiutare chi ha bassi redditi, per lenire le condizioni di chi non ha reddito. Debito va fatto, è giusto, doveroso e inevitabile. Soprattutto è utile perché senza un colossale indebitamento pubblico (e privato) il rinculo verso peggiori condizioni di vita sarà della dimensione di decenni. Ma il debito, sacrosanto, doveroso e utile, sempre debito è.

Pietosa bugia è raccontare non andrà mai ripagato, pietosa e pericolosa bugia è raccontare possa essere speso tutto in redditi assistenziali. Pietosa bugia è raccontare: se necessario faremo da soli, anche il debito. Dovessimo fare da soli il debito chi sottoscriverà questo debito farà i conti con un paese al 150 per cento (se basta del Pil) e chiederà remunerazione alta della sottoscrizione del debito. Dovessimo garantire da soli del debito che si va a contrarre il costo sarebbe altissimo, quasi letteralmente impagabile. Pietosa bugia è raccontare il debito come una cosa che arriva automatica, raccontare che il debito non ha bisogno di chi i soldi te li presta, a debito appunto. Può essere oggi incauto dire le verità che si riassumono in una: nessuno andrà per così dire in pari. Redditi, posti di lavoro, risparmi, aziende, fabbriche, botteghe, lavoratori autonomi, stipendiati… tutti lasceranno parte dei loro soldi, dei loro soldi di prima del coronavirus. Stati e governi avranno il dovere di finanziare il ricominciare e attutire il danno. Ma Stati e governo non hanno il potere di risarcire tutti da tutto il danno che tutti subiranno, anzi già subiscono. Raccontarla diversa è pietosa bugia. In qualche caso perfino spaccio di falsità.

ALESSANDRO CAMILLI