Chiusi in casa. Anche se si intravede una piccola luce in fondo al tunnel, resta la consegna "tutti a casa", niente rallentamenti perché lo sceriffo campano De Luca (ma anche il governatore Fontana della Lombardia che ha qualche problema in più) ha ribadito che è da irresponsabili abbassare la guardia proprio adesso e quindi, guai a chi mette un piede fuori casa senza giustificato e documentato motivo. Continuiamo a provare la non richiesta emozione degli "arresti domiciliari", dunque, vecchi o bambini, nonni o nipoti, non fa differenza. Anche se ormai batte alle porte la Santa Pasqua e questo è un problema in più perché sono in gioco tutte le celebrazioni ad essa connesse, religiose e gastronomiche, sacre e profane. Ma le chiese sono chiuse, come cinema e teatri.

Da qualche parte era stata sussurrata l'ipotesi di un rinvio delle celebrazioni di un paio di settimana. Possibile? Macché! È rimasto un sussurro, senza sviluppi. Allungare la quaresima? Rinviare la resurrezione di Cristo? Per carità, siamo seri. Scherza con i fanti e lascia stare i santi. Lo dice anche Puccini nella Tosca. Niente Pasqua, dunque, bastano le celebrazioni televisive come tutte le domeniche. E quindi niente Pasquetta, con la scampagnata fuori porta. Niente anche mega-pranzi familiari con nonni e nipoti, zii e cognati... insomma ciascuno per i fatti suoi, come una domenica qualunque di questi difficili tempi. Già, una domenica qualunque, facile a dirsi. E sia. Ma la pastiera? E il casatiello? Per favore non toglieteci la pastiera!

Il classico dolce di Pasqua, tipicamente napoletano, che tutta l'Italia anzi che tutto il mondo ci invidia, una tradizione secolare, nata secondo una leggenda addirittura con l'approdo della sirena Partenope nel Golfo. E che Pasqua sarebbe una Pasqua senza la pastiera? Con le pasticcerie chiuse già ci hanno privato delle zeppole di San Giuseppe: il 19 marzo niente zeppole, e qualcuno che ha provato a farle di contrabbando è stato beccato, con tutte le conseguenze del caso. Ma ci siamo rassegnati, un San Giuseppe senza zeppole è stato per la verità piuttosto triste. Ma meglio una zeppola in meno che un coronavirus in più. E meno male che abbiamo fatto in tempo a mangiare gli struffoli a Natale! Poco è mancato ci togliessero anche quelli. Ma la pastiera no, quella è una tradizione, una devozione irrinunciabile. Certo, la si può fare in casa. La fanno in tanti e quest'anno la faranno in tantissimi.

Facile immaginare l'arrembaggio nei supermercati campani alle scatole di grano, il cedro, le scorzette, l'acqua millefiori.... e poi la ricotta che dev'essere per forza fresca. Ma chi non la sa fare? Perché mica è facile, non si tratta di una fettina in padella: fare la pastiera è un rito che richiede una collaudata procedura. Guai a sbagliare, anche di poco, dosi e cottura! Insomma, il problema non è semplice. E allora, non intendiamo rivolgere una petizione popolare al governatore De Luca: lui che ci ha tolto anche la pizza, che invece nel resto d'Italia viene tuttora consegnata a domicilio negli appositi cartoni. E noi zitti, abbiamo accettato anche questo. Non chiediamo una deroga per la pastiera, magari consegnata nei cartoni, come la pizza. Confidiamo però in un colpo a sorpresa, un'idea, una genialata in extremis. O noi napoletani ci dovremo accontentare di festeggiare Pasqua solo con la colomba milanese, che sicuramente non mancherà nei supermercati? Sarebbe proprio uno scuorno!

ADRIANO CISTERNINO