Tutti ci facciamo la stessa domanda e la maggior parte si dà una risposta corretta ma superficiale dicendo che: "Nessuna cosa sarà come prima". Giusto ma in quale direzione potrà andare il cambiamento? Ci sarà una restaurazione feroce con i Paesi e i Poteri Forti sempre più ricchi e potenti e una condizione delle zone deboli del mondo sempre più affamata e delusa? O invece assisteremo a una inaspettata rivoluzione culturale basata sul rispetto delle persone e del pianeta? Da qui scaturiscono nuovi interrogativi.

Continuerà l’ossessione della crescita continua del Pil o si affermerà un altro criterio per valutare lo stato delle società e dell’economia? Questa ossessione ha finora generato una quantità enorme di beni superflui necessari per mantenere alte la produzione e la domanda. Uno spreco inaccettabile. L’alternativa comporta un mutamento radicale dei nostri stili di vita. Alla vigilia dello tsunami del coronavirus sembrava del tutto impossibile. Oggi qualcosa sta cambiando. Ce lo dicono le pagine più belle e confortanti della crisi che stiamo vivendo: il pesante sacrificio di medici, infermieri e personale sanitario; la crescente disponibilità ad aiutare il prossimo, l’entusiasmo dei bambini, le bandiere e le canzoni sui balconi, la rinascita dell’orgoglio di essere italiani.

Siamo in presenza di una battaglia epocale fra il potere e l’amore? "Chi ama si dona" ha detto Papa Francesco, protagonista mondiale di questa dolorosa e straordinaria vicenda. È stato il primo a imboccare questa strada, difendendo l’ambiente con l’enciclica "Laudato sì". Spiegando, a credenti e non, che Dio è unico e si trova in tutte le religioni. Percorrendo piazza San Pietro deserta sotto la pioggia. Regalando al mondo immagini indimenticabili. Se guardiamo gli eventi da questo punto di vista possiamo pensare che da una tragedia come la pandemia, potrebbe anche nascere una nuova speranza.

di CARLO LUNA