Lo ha scritto il Wall Street Journal che non fa parte certo del novero delle fake news. C'è un team composto da scienziati e miliardari che afferma di avere la risposta al COVID-19. E questo gruppo ha anche trovato la porta d'accesso alla Casa Bianca. Si tratta di un gruppo di peso, guidato da un medico che durante la sua carriera si è poi trasformato in un 'venture capitalist', vale a dire quegli investitori che immettono i loro soldi in imprese che, per i mercati standard, sono troppo rischiose e 'venture capital' sono i nomi dati a questi fondi che vengono creati appositamente. Cahill è giovanissimo, ha 33 anni e ha creato la Newpath Partners che proprio si dedica al settore degli investimenti verso la scienza. Vive a Boston, ha raccontato Rob Copeland sul Wall Street Journal, lontano dai riflettori, in un monolocale vicino al Fenway Park, la leggendaria casa del baseball dei Red Sox, adesso vuota per il Coronavirus. Il team si è dato un nome che non ha bisogno di spiegazioni: 'Scientists to Stop COVID-19'.

Ci sono biologi, chimici, esperti in immunobiologia, neurobiologia, cronobiologia, poi oncologo, gastroenterologo, epidiemologo e anche uno scienziato nucleare. Dei tanti super esperti che compongono la squadra Michael Rosbash, vincitore del Nobel nel 2017 per la Medicina o la Fisiologia, si è descritto così: "Non c'è dubbio che io sia il meno qualificato". Il lavoro del team, che non è stato riportato precedentemente, ha fatto in modo da agire come intermediario per le aziende farmaceutiche che cercavano, e cercano tuttora, un collegamento affidabile con i responsabili per le decisioni del settore nella amministrazione Trump. Il team, ha raccontato il WSJ, sta lavorando a distanza, una specie di comitato di revisione sul flusso di ricerca dedicato al Coronavirus, eliminando quegli studi che non funzionano, al fine di raggiungere i responsabili politici soltanto con quelle risposte al COVID-19 definite ad hoc. Ed è stato inviato un documento di 17 pagine, diviso in quattro settori: medicinali proposti, terapie di anticorpi, vaccini e infine ripristino della nostra società e la nostra economia. Si tratta di un rapporto confidenziale firmato da 12 scienziati di assoluto livello, docenti delle più importanti e prestigiose università americane.

Tra i metodi suggeriti per trattare il Coronavirus, anche farmaci usati precedentemente per combattere l'Ebola, con dosaggi più potenti rispetto a quelli provati in passato. E Francis Collins, direttore del National Institutes of Health ha già risposto di essere d'accordo con la maggior parte delle raccomandazioni contenute nelle 17 pagine. Un rapporto che è già stato consegnato ai membri del gabinetto Trump e al vice presidente Mike Pence che è a capo della task force sul Coronavirus dell'amministrazione della Casa Bianca. Ma non si tratta solo di medici e scienziati, ci sono anche diversi miliardari che hanno aderito subito alla grande iniziativa, anche se, è stato chiaramente sottolineato, nessuna delle persone coinvolte nel gruppo potrà avere vantaggi finanziari da questa operazione. "Potremmo fallire - ha dichiarato Stuart Schreiber, chimico alla Harvard University - ma se dovessimo riuscire, si potrebbe cambiare il mondo".

Ecco allora che il dottor Cahill, attraverso la sua società di investimenti, ha contattato diversi miliardari, in particolare di Boston, e tra questi c'è anche James 'Jim' Pallotta, il proprietario della Roma che fino a qualche giorno fa era in contatto con un altro miliardario, Dan Friedkin, per vendere il club giallorosso, trattativa che ultimamente però si è raffreddata. Pallotta, che nel campo dei fondi d'investimento negli USA è uno dei nomi più conosciuti, dopo essere stato vice presidente e partner del Tudor Investment Corporation, ha fondato il Raptor Group (dove ha lavorato anche il Dr. Cahill) che ha sedi a Boston, New York, Miami, Londra e Abu Dhabi. Con Pallotta, che oltre a essere proprietario della Roma ha una quota anche dei Boston Celtics, c'è anche l'amico italo-americano Steve Pagliuca, un altro 'big name' nel campo dei private equity, alla guida del Bain Capital, società di investimenti che gestisce oltre 105 miliardi di dollari. E tra le proposte presentate per la ripartenza, anche economica, degli Stati Uniti, lo sviluppo di un test sulla saliva, da far effettuare ai lavoratori alla fine della giornata, con i risultati pronti la mattina dopo, ma anche una app per smartphone con la quale si chiede si confermare di non avere i 14 sintomi che potrebbero portare al Coronavirus.

Roberto Zanni