Dal 7 al 14 giugno a Wilmington nel Delaware era in programma il St. Anthony Italian Festival. Cancellato, non era mai successo in quasi mezzo secolo di storia. A Enfield nel New Jersey, ogni anno si svolge l'Italian Festival organizzato dalla Our Lady of Mount Carmel Society: l'appuntamento era dal 31 luglio al 2 agosto, non si farà ed è la prima volta che gli italo-americani della zona saranno privati della loro festa dal 1926.

Lo stesso è successo a Wheeling per l'annuale Upper Ohio Valley Italian Heritage Festival che già aveva quasi tutto pronto per la tre giorni dal 24 al 26 luglio prossimi: "Non era mai capitato che il nostro evento si dovesse annullare - ha spiegato Janice Whipkey, coordinatrice del Festival - ma non avevamo scelta. Tutto era già pronto, questo è un grande Festival e la cancellazione avrà un notevole impatto economico sulla comunità. Speriamo il prossimo anno di poter tornare con un festa più grande e migliore".

Sono solo pochi esempi di un elenco che ogni giorno si sta allungando a causa del Coronavirus. I festival italiani d'America, da una lista aggiornata annualmente da Order Sons and Daughters of Italy in America, sono oltre 200, dall'Arizona al Wisconsin, almeno 40 stati su 50. Si tratta di feste per la maggior parte religiose, portate negli Stati Uniti dai primi emigranti, ma che ancora oggi nonostante siano passate diverse generazioni da quegli arrivi negli States, rappresentano non solo un punto d'incontro per gli italo-americani, ma un legame fondamentale, forse il più forte rimasto con la patria degli antenati. Così si passa dalla più grande, San Gennaro Feast nella Little Italy di New York, che a settembre, in 11 giorni, supera il milione di presenze per arrivare alla più antica, e si deve andare nel New Jersey, ad Hammonton, dove si svolge la Feast of Our Lady of Mount Carmel che quest'anno dovrebbe celebrare la sua 145ª edizione. Il condizionale è d'obbligo perchè al momento, l'ultimo comunicato ufficiale firmato dal presidente Louis Pantaleone risale al 6 aprile, una decisione definitiva non è stata presa. Tutto ancora sospeso, sperando in un miracolo per essere presenti dal 13 al 18 luglio.

La devozione alla Madonna del Carmine (Our Lady of Mount Carmel) è grandissima negli Stati Uniti, così non troppo lontano da Hammonton, a Williamsburg, quartiere di Brooklyn, New York, dal 1903 si svolge un'altra festa (partendo dalla chiesa che porta lo stesso nome) famosissima, la Giglio Feast, portata negli Stati Uniti dagli emigranti provenienti da Nola e come nella città campana, anche qui ci sono i Gigli, torri piramidali in legno, che vengono trasportate a spalla dai fedeli per onorare San Paolino che oltre a essere il patrono del comune in provincia di Napoli, lo è anche dei campanari napoletani e dei giardinieri. Ma un Mount Carmel Italian Festival c'è anche a Youngstown nell'Ohio, ma è già stato annunciato l'annullamento: dal 22 al 25 luglio, le date della festa, le strade saranno tristemente vuote. Lo stesso anche a Watkins Glen per la 40ª edizione dell'Italian American Festival che si sarebbe dovuto svolgere il 7 e 8 agosto al Clute Park di Seneca Lake nello stato di New York.

C'è troppa incertezza. I problemi attuali, per tutti gli organizzatori, sono gli incontri con i volontari, i venditori, i rappresentanti delle autorità che al momento non sono fattibili e in prospettiva, anche quelli derivanti dalle incognite che il futuro prossimo presenta a cominciare dal social distancing. La speranza, che si legge in tutti i comunicati arrivati finora per annunciare l'annullamento delle edizioni 2020, è di poter tornare tra un anno, nel 2021, anche se diverse sono le perplessità, del resto comuni ad altri avvenimenti che coinvolgono la presenza di migliaia di persone, a cominciare da quelli sportivi. Ma portar via all'improvviso 200 e più manifestazioni, la maggioranza delle quali si svolge tra maggio e settembre, rappresenta un durissimo colpo per la comunità italo-americana anche da un punto di vista economico.

I festival infatti sono una fonte preziosa, e di cui non si può fare a meno, anche per un grandissimo numero di attività benefiche. I proventi spesso sono devoluti a organizzazioni no-profit, servono per aiutare chi ne ha bisogno, per le borse di studio, ma anche per finanziare le attività delle chiese, parrocchie e per le opere edilizie, di manutenzione e riammodernamento. Un mondo che in questo momento si è completamente bloccato.

di SANDRA ECHENIQUE