Multe crudeli, il titolo adottato da un grande quotidiano per raccontare le multe a chi ha sgarrato di poco, a chi correva o passeggiava non proprio a 200 metri da casa ma neanche a due chilometri, a chi se ne stava in spiaggia da solo, a chi era in macchina ben lontano da casa avendo deciso più o meno da solo che c’erano buone ragioni per farlo e aveva stabilito che quella che viveva era emergenza, magari privata ma emergenza…

Multe crudeli, le cronache ne sono punteggiate. Quelli che sono chiamati a far rispettare il lockdown sono impegnati in un lavoro impossibile da fare in astratta perfezione. Le norme fornite da Governo e Regioni sono quasi sempre fatte di imperative parole ma di concetti a maglie larghe. E la gente, i cittadini, sono campioni mondiali di cavilli e pretesti. E poi qualche uomo in divisa di certo avrà esagerato o mal compreso. Succedeva anche prima…

Ma che deve fare una pattuglia d Polizia o Carabinieri oltre che invitare gentilmente a restare a casa? Lo fanno, con molta gentilezza e pazienza. La stragrande maggioranza delle volte fanno questo e solo questo, con grande cortesia e gentilezza. Spesso ne ricavano in cambio un formale assenso da parte del cittadino fuori regola, che poi ricomincia. Non manca il cittadino che sbuffa, irride, quasi protesta. Che deve fare il poliziotto o carabiniere di fronte ai condomini che trasformano il cortile comune in un campo calcio palestra? Che devono fare con il cittadino che va a fare la spesa cinque volte al giorno? Che deve fare con quelli che orgogliosamente raccontano di aver scoperto strade per uscire di città non presidiate?

Multe crudeli? Circa trecentomila le multe finora comminate in Italia, a spanne tre milioni di violazioni delle norme e comportamenti di salute pubblica. Poche? Qualcuno sostiene di sì, con lo specioso argomento che i più rispettano le regole. La prova? Non sono stati multati. Ma tantissimi sono i non multati pur regalandosi eccezioni quotidiane alla regola. Giusto, si multano solo i casi più sfacciati di violazione, per gli altri avvisi per così dire bonari.

E allora multe crudeli? Non sarà più crudele della multa da 280 euro il comportamento egoista e violento verso il prossimo di chi si muove come gli pare, allungando così il tempo dello stare in casa obbligato per chi rispetta le regole? Non sarà più crudele di una multa l’allungare la vita al virus perché il tuo viaggio, il tuo lavoro, l’abbracciare (sì, abbracciare) i tuoi parenti conta di più di ogni altra cosa e chi se ne frega del prossimo? Non sarà più crudele di una multa la strafottenza violenta di chi elude, imbroglia, salta, abbatte le misure per la salute pubblica? Funerali pietosi, l’amputazione del rito, umanissimo rito del saluto e omaggio ai defunti. E’ un dolore che ci impone la pandemia.

Ma monta il rifiuto, la rimozione. Piazza di Roma, parrocchia romana, quartiere Parioli, funerale di due giorni fa: sacerdote officiante, bara, carro funebre e almeno trenta persone, un po’ distanziate tra loro, che partecipano al funerale. C’è molta Italia che ritiene si possa non partecipare ai funerali per motivi sanitari, a condizione non sia il funerale di qualcuno a se stessi vicino.

Allora il funerale diventa di quelli cui non si può non partecipare. E così non solo i pubblici funerali del sindaco di Saviano, con partecipazione degli amministratori locali, polizia municipale, banda musicale e volontari della Protezione Civile! Non c’è da provare scandalo, è la nostra cultura: al funerale delle persona cara e stimata non si può non andare, anche la identità di volontari della Protezione Civile soccombe di fronte alla identità di appartenenza alla famiglia, parentale o sociale che sia. E’ la nostra cultura, quella della Grande Indulgenza, verso noi stessi. Multe crudeli? Sì, perché contraddicono, qua e là, l’Indulgenza plenaria diritto acquisito che è il vero sentimento, il vero valore, la vera cultura.

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