"Romanzesca, poetica e magica", disse di lei Silvio Pellico che qui visse da precettore di bambini nobili e passò l’ultima notte prima delle sue prigioni. Villa Balbianello sul lago di Como è lo scrigno del Fai più visitato d’Italia, con 120 mila presenze all’anno, un fatturato da oltre due milioni di euro, matrimoni fiabeschi e produttori di Hollywood che sgomitano per girare film.

Nei giorni del virus, c’è stato un solo uomo giorno e notte a divorare con gli occhi questa bellezza, attraversato da un sentimento di dolore e stupore. La persona giusta per spiegare come si riaprirà al mondo è Giuliano Galli, che ne è il gestore e vive in una casa affacciata sulla dimora. La sua è una visione più ampia del bacino azzurro perché si occupa anche di molti beni lombardi del Fai.

"Presto dovremmo riaprire - spiega - e quello che già possiamo promettere è che i giardini saranno perfetti perché non abbiamo mai smesso di curarli. Nel tempo della ripartenza, vogliamo che Villa Balbianello venga scoperta dall’Italia. Dobbiamo sfruttare il fatto che il lago di Como è apprezzato e conosciuto da tutti gli italiani che però, a differenza degli stranieri, ci vengono poco. E visto che ora sarà più difficile fare le vacanze all'estero, vorremmo cogliere l’occasione per ospitare i nostri connazionali offrendo tutto quello che si può desiderare: bellezza, arte, spiagge, cibo cultura. E’ un progetto, a cui lavoriamo col consorzio turistico e gli albergatori del lago, in cui crediamo molto. Per questo il proposito è anche di abbassare i prezzi: le tasche degli italiani non sono quelle degli stranieri che scelgono Como".

Quanto al pubblico internazionale, non ha smesso un secondo di sognare riti amorosi in questo luogo incantato eretto nel 1789: "Dei 120 matrimoni che avevamo in programma, una piccola parte, non più del 5 per cento, sono stati annullati. Gli stranieri sembrano avere più fiducia di noi nel futuro. Noi abbiamo dato la possibilità ai futuri sposi che avevano prenotato di tenere buona la caparra fino alla fine dell’anno. La maggior parte di loro si è limitata a spostare la data, sperano di venire già a luglio. Non si sono nemmeno posti il quesito se si riaprirà e meno, sono convinti che accadrà presto".

Priorità assoluta, chiarisce Galli, è "la sicurezza" e "per garantirla, in assenza per ora di disposizioni più precise, stiamo organizzando il da farsi sulla base del buon senso". E allora, "mascherine obbligatorie, con la possibilità, per chi non ce le ha, di acquistarle da noi. Gel dappertutto, bollini per mantenere le distanze nelle code, termometri almeno per il personale, se non saranno d’obbligo per tutti". "Immaginiamo una fase zero con aperti solo i giardini e alcuni degli interni, escluse le stanze più anguste, con ingressi a tre-quattro alla volta disciplinati dalle guide che spiegano all’esterno. Ovviamente vietati i classici gruppi di quindici persone. L’idea è poi quella di incentivare al massimo la prenotazione e il pagamento su internet. Chi non prenota rischia di non entrare. Il biglietto, prima separato per giardino e interni, ora sarà unico, a un costo minore".

Si sta poi lavorando sul sentiero nel bosco, una delle vie per accedere alla villa. "Vogliamo scommettere su quest’area molto vasta perché presumiamo che le persone avranno voglia di stare all’aperto, magari fare dei pic-nic, godersi comunque la ritrovata libertà. Stiamo cercando di curarlo di più e aprire nuovi spazi e sentieri. Purtroppo, dovremmo tagliare sui lavoratori di ditte ‘esterne’ e alcune parti delle dimore Fai non saranno visitabili non solo a tutela della salute, ma anche perché avremo meno soldi a disposizione per la manutenzione".

Tenendo presente che "la perdita economica è stata elevatissima", Galli ha fiducia nel ‘popolo’ del Fai, cittadini e aziende. "Ripartiranno le campagne per il rinnovo delle tessere e punteremo anche sui social per promuoverci dove, ‘grazie’ a questo periodo di isolamento, abbiamo scoperto di avere grandi potenzialità. Le visite virtuali della villa hanno raccolto un’adesione entusiastica, con più di ventimila contatti. Avremo meno soldi per altre forme di pubblicità e questo canale ci consentirà di continuare a farci conoscere".

Per Giuliano Galli, questi giorni sono stati anche la crudele realizzazione di un sogno: "Ho sempre agognato di potermi godere tutto solo la villa. Il lago che conosco così bene mi ha offerto uno spettacolo mai visto. Immobile, cristallino, il paesaggio rispecchiato nelle sue acque. Ma ora è tempo di ricominciare". Non ha mai smesso di sventolare il tricolore che qui volle piantare l’ultimo proprietario che donò la residenza al Fai, l’esploratore Guido Monzino, primo italiano a salire sull’Himalaya i cui cimeli sono esposti nelle stanze e rendono la visita un giro del mappamondo: "Invito il FAI a mantenere sempre innalzato sul molo del Balbianello – fu il suo lascito - il nostro tricolore a ricordo di quelle bandiere che le mie guide alpine fecero sventolare per puro spirito di idealità con modestia ma sempre con eroismo".