Ripartenza? Si, no. Forse. Come si potrebbe definire questa tanto agognata fase due? "Io, più cautamente la definirei della transizione", sostiene il vice ministro della salute Pierpaolo Sileri che è anche un noto chirurgo. In effetti il Paese non comprende in quale periodo sta vivendo. Da una parte c’è grande ottimismo: dall’altra le critiche piovono sul Palazzo e la squadra che appoggia il premier.

I problemi sono tanti e non hanno trovato ancora una soluzione: le mascherine, i tamponi, i guanti: insomma oggetti necessari per andare verso un mare più tranquillo. Non c’è soltanto da combattere contro questo maledetto virus; ci si deve difendere pure da una situazione economica che vede l’Italia fra gli ultimi posti in Europa. Il Pil calerà del 9,5 per cento ed il danaro tarda ad arrivare nelle tasche di chi è quasi alla fame per colpa del Covid 19. Sconti fiscali, rinvio delle tasse, il diritto di emergenza sono solo belle parole per adesso. Così il premier non trascorre giorni sereni.

Ora anche i suoi ministri fanno le bizze e lasciano traballare la poltrona di Palazzo Chigi. Teresa Bellanova, che è a capo del dicastero delle politiche agricole, ha innestato una bomba niente male: quella della regolarizzazione di 600 mila migranti che lavorano in nero specialmente al Sud per la raccolta della frutta e verdura. Apriti cielo: i grillini hanno alzato la voce: "E’ una riforma che non si può fare", affermano e il ministro replica: "Se è così, non vedo per quale ragione io debba rimanere al governo". Bisogna chiarire una cosa: la Bellanova è una esponente di spicco di Italia Viva, il partito di Renzi che giorni fa ha lanciato un ultimatum a Conte.

Il dubbio è lecito: si muove così per seguire la stessa strada del suo leader o crede ciecamente a quanto sostiene? La polemica si infiamma e forse alla fine un semi-accordo è stato trovato. Si concederanno ai migranti permessi transitori. Ma è sul quantum che continua il braccio di ferro. I 5 Stelle ritengono che non si può andare al di là di uno o due mesi; il ministro vorrebbe prolungare di molto questo aiuto. Come finirà? La patata bollente, come sempre, è nelle mani del premier che sta tentando in tutti i modi di convincere Renzi ad essere più morbido nei confronti del governo che appoggia essendo nella maggioranza giallorossa. C’è poi un altro ordigno che infiamma il Palazzo: riguarda come è ormai noto, il ministro della giustizia, Alfonso Bonafede.

E’ andato in Parlamento, si è difeso dalle accuse dell’ex pm antimafia Nino Di Matteo, ora membro del Consiglio Superiore della magistratura. Il Guardasigilli ha spiegato la vicenda e, a suo dire, le parole di fuoco scagliate contro di lui non hanno la minima base di fondamento. Per la verità, a detta di molti, il ministro non è stato convincente al massimo Tanto è vero che questa mattina un giornale che non è certo all’opposizione dedica un commento affidato ad uno dei suoi più esperti editorialisti che scrive: "Un ministro sbagliato".

Si dimetterà Bonafede? Lui non ci pensa per niente e anche la maggioranza di governo, pur se con l’amaro in bocca, fa quadrato attorno al Guardasigilli. In caso contrario l’esecutivo che vive settimane difficili dovrebbe dire addio alla sua esperienza. Della grande confusione politica è preoccupato pure il Presidente della Repubblica che vorrebbe riportare la calma in un momento così delicato per il Paese. Dal Colle partono frasi che spaventano tutti i ministri dell’attuale maggioranza. Mattarella insinua, sia pure con diplomazia, la minaccia di elezioni politiche anticipate. Il che vorrebbe dire che per molti parlamentari il sogno di occupare una poltrona a Montecitorio o a Palazzo Madama svanirebbe. Pensate sia poco?

di BRUNO TUCCI