L'ultima volta che ci siamo sentiti per telefono saranno stati una quindicina d'anni fa. Avevamo parlato della nostra città, Bologna, delle nostre ricette e della nostra cucina. Biba Caggiano era molto conosciuta negli Stati Uniti, libri soprattutto, poi anche tv, ma il suo ristorante 'Biba', beh quello era famoso anche lontano da Sacramento. Da quel giorno non abbiamo più avuto occasione di parlarci, ma per email Biba mi teneva sempre informato: del suo ristorante soprattutto, poi della sua battaglia contro la malattia. È stato un grande dolore l'anno scorso, quando ho saputo della sua scomparsa, ma la sua creatura era rimasta per portare avanti il suo messaggio fatto nella maniera più buona, in cucina.

'Biba', il ristorante che portava il suo nome, a Sacramento aveva resistito nel nome della sua fondatrice, di colei che l'aveva fatto grande diventando una ambasciatrice speciale dell'Italia negli Stati Uniti, con le sue ricette e la sua bonarietà tipica bolognese. Ma 'Biba', il ristorante, dopo che la sua creatrice se n'è andata, ha resistito poco: nemmeno un anno. L'annuncio che nessuno avrebbe voluto sentire, l'ha dato Timothy Elkins, il genero: "È stato con il cuore triste che abbiamo dovuto dire ai nostri dipendenti che il 9 maggio sarebbe stato l'ultimo giorno di 'Biba restaurant' dopo 33 anni. Anche perché non erano nostri impiegati, ma facevano parte della nostra stessa famiglia. Purtroppo è arrivato il momento per Biba restaurant di dire arrivederci. È stato un viaggio meraviglioso che abbiamo amato condividere con le celebrazioni, gli anniversari e i momenti speciali di tutti i nostri clienti".

Una decisione difficile, non collegata direttamente al Coronavirus, anche se la pandemia ha sicuramente contribuito ad accelerare un momento che era da un po' di tempo nell'aria. "Il mercato è cambiato - ha aggiunto Mr. Elkins - la gente deve capire questo, non si tratta solo di una reazione al virus. C'è più concorrenza ora, non dico che è male, voglio solo sottolineare come la gente ora mangi in maniera differente e questo è un ristorante da eventi". Carla Caggiano Elkins, una delle due figlie di Biba, la più grande, ha raccontato di un sogno avuto recentemente e la mamma era d'accordo con la decisione presa. "Nel sogno stavano svuotando il ristorante - ha detto - mettevano via tutto, lei era lì sorridente, era felice, aveva capito che era quello che dovevamo fare". Ma già si è aperto un vuoto: senza 'Biba', il suo ristorante, Sacramento non sarà più la stessa. "Mi mancherà il suo cibo favoloso, lo straordinario cibo italiano - ha detto commossa Monika Sabon, grande fan di Biba - il servizio eccezionale. Mi rimarranno soltanto bellissimi ricordi".

Biba Caggiano era nata a Bologna il 18 ottobre 1936 e aveva cominciato a imparare a cucinare come si faceva una volta, accanto alla mamma, che sotto le Due Torri aveva una trattoria. Poi il matrimonio con Vincent e il trasferimento nel 1960 negli Stati Uniti, a New York, la città del marito. Quindi, nove anni dopo, un altro trasloco, questa volta in California a Sacramento, che poi si è trasformata nella sua città, che all'epoca non aveva un vero ristorante italiano, autentico. Così nel 1986 ecco che Biba decideva per il grande passo, l'apertura del suo locale che in fretta divenne uno dei ristoranti italiani più conosciuti di tutta la West Coast. Ma prima durante e dopo, una attività instancabile: libri e televisione, un seguito enorme, tutti lì ad apprezzare le ricette di Biba Caggiano.

In tv 'Biba's Italian Kitchen', trasmesso da TLC e Discovery Channel è andato avanti oltre 100 puntate. E mentre con il suo sorriso insegnava e metteva in pratica la migliore cucina italiana e bolognese, i suoi libri vendevano oltre 600.000 copie: da 'Trattoria Cocking' a 'Biba's Taste of Italy' quindi 'From Biba's Italian Kitchen', 'Italy al dente' seguiti da 'Biba's Italy', 'Northern Italian Cooking' per finire con 'Spaghetti Sauces'. Poi il 29 agosto dell'anno scorso, dopo aver lottato fieramente contro la malattia, l'addio di Biba, lasciando però la sua eredità, per tutti, il ristorante che ora l'ha raggiunta, otto mesi dopo.

Roberto Zanni